Consiglio di Stato, Sezione IV, 27 luglio 2015
Sulla tutela recata dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il paesaggio: essa riguarda solo beni formalmente censiti nelle cartografie ovvero prescinde dalla pregressa esistenza di un vincolo estendendosi così ad ambiti non vincolati e a beni che non sono espressamente inseriti nelle carte del Piano?
Regione Toscana. Approvato il PIT 2015
Deliberazione Consiglio Regionale 27 marzo 2015, n.37. Atto di integrazione del piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico. Approvazione ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale 10 novembre 2014, n. 65 (Norme per il governo del territorio)
T.A.R. Toscana, Sezione I, 22 gennaio 2014
[A] Sulla L.R. toscana n. 42/2000 che qualifica tale le case vacanza come civile abitazione e sui limiti imposti dal piano di indirizzo territoriale per le zone del patrimonio collinare. [B] Sulle seconde case affacciate su un campo da golf da insediare in zona agricola. [C] Il piano di indirizzo territoriale della Regione prevale rispetto ad eventuali norme difformi contenute nel piano territoriale di coordinamento. [D] Sulle previsioni del piano strutturale immediatamente lesive per il privato
T.A.R. Toscana, Sezione I, 10 settembre 2013
[A] Sul primo comma dell’art. 21 comma 1 del P.I.T. che detta le direttive per la conservazione attiva del valore del patrimonio collinare toscano. [B] Sull’interpretazione estensiva del divieto necessitato dal trattamento omogeneo che l’art. 21 riserva a tutti gli interventi edificatori incidenti sui beni che appartengono al patrimonio collinare, sia che si tratti di nuova edificazione, sia che si tratti di recupero o riqualificazione. [C] Sui limiti per l’urbanizzazione e l’edificazione nella campagne toscane. [D] La prospettiva del pianificatore regionale toscano non contempla il recupero “ad ogni costo” del patrimonio edilizio esistente. [E] Sulla dedotta illegittimità dell’art. 21 co. 7 del P.I.T. sotto il profilo dell’assenza di un adeguato fondamento legislativo a sostegno del divieto ivi sancito. [F] Sul PIT e sul riconoscimento della qualità di invariante strutturale al patrimonio “collinare” toscano. [F] L’art. 21 co. 7 del P.I.T. trova diretta applicazione sotto forma di misura di salvaguardia cui i Comuni sono tenuti nelle more dell’adeguamento dei propri strumenti urbanistici
T.A.R. Puglia Lecce, Sezione I, 31 maggio 2013
[A] Ai fini del riparto di competenza tra Stato e Regioni la disciplina del condono esula dall’urbanistica, anzi si può dire rispetto a questa antitetica perché legittima situazioni che confliggono con la scienza urbanistica, intesa come ordinato sviluppo dell’antropizzazione del territorio. [B] Le regioni possono ricomprendere nei piani paesistici beni ulteriori rispetto a quelli tutelati dalle norme statali? [C] I piani paesistici regionali possono prevedere una tutela dei beni in essi ricompresi ulteriore rispetto a quella assicurata dalle norme statali? [D] La osservanza delle norme di tutela, ulteriore rispetto a quella contemplata dalle norme statali, da quali organi deve essere assicurata?
Regione Toscana. Art. 21, comma 8, del PIT 2005-2010
Dott. Francesco Barchielli. Sulle limitazione degli interventi nel “patrimonio collinare” previste dall’art. 21, comma 8, del PIT, sugli effetti di tale disposizione riguardo ai vigenti strumenti urbanistici comunali e sulla differenza tra “salvaguardie”, “prescrizioni” e “direttive”
Regione Toscana. Art. 36, comma 2 del PIT 2005-2010
Dott. Francesco Barchielli. Il PIT, nelle more dell’adeguamento degli strumenti di pianificazione comunale, introduce l’obbligo di trasmettere alla Regione gli atti relativi ai piani attuativi non approvati degli strumenti urbanistici e dei regolamenti urbanistici attualmente vigenti, che interessano beni paesaggistici formalmente riconosciuti
Regione Toscana. Art. 21, comma 8, del PIT 2005-2010
Avv. Claudio Bargellini. La limitazione agli interventi sul patrimonio edilizio esistente ed insistente su aree collinari in ragione della tutela del c.d. “patrimonio collinare” prevista dal Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana
PIT e quadro previsionale strategico del RU
Dott. Francesco Barchielli. Commento al Piano di Indirizzo Territoriale 2005-2010 – Messa in Opera del PIT – Punto 8.2. Il documento di piano, partendo dagli obiettivi del PIT delinea le strategie per l’approvazione del Regolamento Urbanistico comunale e del relativo “quadro previsionale strategico” quinquennale, coordinandone la programmazione pubblica con l’iniziativa privata, anche sulla scorta del nuovo meccanismo dell’avviso pubblico previsto dall’art. 13 del regolamento di attuazione delle disposizioni del titolo V della legge 1 del 2005
Regione Toscana. PIT - Più forte il ruolo della Regione
I Comuni avranno la titolarità dei procedimenti, ma non faranno più da soli e nelle scelte, nei Piani strutturali fino ai Regolamenti urbanistici comunali, anche la Regione svolgerà un ruolo di verifica, di coerenza delle previsioni e degli interventi previsti
Consiglio Regionale della Toscana
Pubblicato il Piano regionale della mobilità e della logistica
Atto di programmazione ai sensi dell’art. 13, comma 2, della DCR n. 12/2000 (Approvazione del Piano di indirizzo territoriale, Art. 7 L.R. n. 5/95 - Delib. n.63 del 22-06-2004