Rivista giuridica di urbanistica ed edilizia. ISSN 2498-9916     Direttori:  Avv. Francesco Barchielli,  e  Dott.ssa Ilaria Mannelli
Industrie insalubri
Consiglio di Stato, Sezione IV, 31 agosto 2023
Sulla procedura da seguire (art. 29 nonies del D.Lgs. 152/2006) in caso di modifiche sostanziale o non sostanziali ad un impianto industriale inquinante.
T.R.G.A. Bolzano, 27 luglio 2023
Sul fenomeno, alla luce della giurisprudenza, della traslazione in campo societario dell’obbligo di bonifica a carico del successore a titolo universale.
T.A.R. Friuli Venezia Giulia, Sezione I, 20 luglio 2023
Se, alla luce della normativa vigente, le prescrizioni comunali rese ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. 1265/1934 nell’ambito di una Conferenza di servizi per il rilascio di A.I.A. per un impianto di recupero di rifiuti abbiano carattere vincolante.
T.A.R. Lombardia, Milano, Sezione IV, 18 luglio 2023
Sul rapporto tra l’assunzione volontaria dell’obbligo di bonifica da parte del proprietario incolpevole dell’area e il potere/dovere dell’Amministrazione di individuare il responsabile dell’inquinamento ai sensi dell’art. 244, co. 2, del D.Lgs. 152/2006.
T.A.R. Lombardia, Brescia, Sezione I, 14 giugno 2023
L’obbligo di bonifica derivante da attività industriali incombe sul soggetto responsabile anche in caso di contaminazioni “storiche” precedenti all’entrata in vigore del D.Lgs. 22/1997?
T.A.R. Toscana, Sezione II, 12 giugno 2023
Se i provvedimenti resi ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. 1265/1934 in tema di industrie insalubri ricadono nella competenza esclusiva del Sindaco quale autorità sanitaria locale.
T.A.R. Lombardia, Brescia, Sezione I, 30 maggio 2023
In considerazione di quanto disposto dagli artt. 244 e 245 del D.Lgs. 152/2006 tutte le attività propedeutiche al procedimento di bonifica, come l’individuazione del responsabile della contaminazione, sono di competenza della Provincia (e non della Regione)?
T.A.R. Puglia, Bari, Sezioni Unite, 3 aprile 2023
Sull’accertamento della sussistenza del nesso di causalità tra attività industriale svolta nell’area ed inquinamento dell’area medesima, ai fini dell’individuazione del soggetto responsabile dell’inquinamento.
T.A.R. Abruzzo, Pescara, Sezione I, 21 marzo 2023
Sulle necessarie valutazioni che deve compiere l’Amministrazione in merito alle emissioni odorigene di cui all’art. 272 bis del D.Lgs. 152/2006.
T.A.R. Piemonte, Sezione II, 3 febbraio 2023
[A] Sulla nozione di imprenditore agricolo part time ai soli fini urbanistici e per ottenere il permesso di costruire in zone agricole. [B] Le industrie insalubri di prima classe di cui all’art. 216, comma 2, del R.D. 1265/1934 possono essere collocate in prossimità dell’abitato?
Consiglio di Stato, Sezione VI, 18 novembre 2021
Sull’obbligo di bonifica ai sensi dell’art. 242 del D.Lgs. 152/2005 a carico del responsabile dell’inquinamento in caso di contaminazioni storiche.
Consiglio di Stato, Sezione V, 29 dicembre 2021
Sul soggetto destinatario dell’obbligo di bonifica ai sensi dell’art. 242 del D.Lgs. 152/2006.
T.A.R. Campania, Napoli, Sezione V, 28 settembre 2022
Nel caso di mancata individuazione del responsabile dell’inquinamento le opere di bonifica di un sito inquinato sono effettuate ai sensi dell’art. 250 del D.Lgs. 152/2006?
Tribunale Ordinario Pescara,17 Marzo 2014
[A] Sulle immissioni ed i limiti massimi di tollerabilità ai sensi dell'art. 844 c.c. [B] In merito all'immissione delle api nel fondo contiguo ai sensi dell'art. 896 bis c.c.
Consiglio di Stato, Sezione IV, 30 marzo 2022
In materia ambientale e in merito al rilascio di una A.I.A., la prova che la concessione della deroga ai limiti di emissioni fissati dalla legge  non rilevi in danno della salubrità dell’ambiente deve essere fornita dal titolare dell’interesse legittimo che ha interesse ad ottenere la deroga?
T.A.R. Marche, Sezione I, 23 giugno 2021
Se la valutazione della presenza di sostanze pericolose oltre i limiti di soglia previsti dal D.Lgs. 105/2015 (“Seveso”), ai fini dell’assoggettamento di uno stabilimento alla medesima, possa essere devoluta all’autodeterminazione del gestore attraverso una verifica svolta “momento per momento” sulla base di procedure operative, o debba essere ricavata dalla capacità degli impianti, così come ufficialmente accertata dal provvedimento autorizzatorio di riferimento, quale l’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.).
T.A.R. Puglia, Sezione II, 23 settembre 2021
Sulla differibilità delle valutazioni tecnico-pratiche in merito al rilascio di un provvedimento di autorizzazione per l’installazione di un impianto di produzione di bio-metano derivante dal trattamento di rifiuti del tipo F.O.R.S.U.
T.A.R. Lombardia, Brescia, Sezione I, 13 ottobre 2017
Sulle attività insalubri di prima classe: in materia igienico-sanitaria può ritenersi implicitamente ammesso il potere di deroga alle distanze minime?
T.A.R. Calabria Catanzaro, Sezione I, 20 giugno 2016
Sulla qualificazione come industria insalubre: la mera riconducibilità di un’attività all’elenco del D.M. 5 settembre 1994 ne giustifica l’inibizione o la sottoposizione a limitazioni? I poteri inibitori possono essere esercitati senza l’ausilio dell’autorità sanitaria?
T.A.R. Campania Napoli, Sezione V, 7 dicembre 2015
Sugli stringenti limiti imposti alle attività industriali nell’ambito dei centri abitati: in questo contesto come devono essere trattati gli allevamenti di animali? La loro consistenza numerica assume una qualche rilevanza?
Consiglio di Stato, Sezione IV, 23 giugno 2015
[A] Sulle misure igieniche indicate dall’art. 216 T.u. leggi sanitarie. [B] Allorché si pianifichino interventi residenziali che vengano a realizzarsi vicino ad allevamenti già esistenti, occorre che gli atti di pianificazione osservino le normative oggettivamente poste allo specifico fine di prevenire rischi inquinanti in pregiudizio della destinazione residenziale
T.A.R. Campania Napoli, Sezione VIII, 19 maggio 2015
[A] Sulla possibilità o meno di richiedere la sanatoria per una costruzione edilizia realizzata in base a un titolo formalmente valido ma, all’attualità, sub iudice o, semplicemente, in ordine al quale si nutrono dubbi di legittimità: sul valore della certezza dei rapporti giuridici e, in particolare, dei titoli di autorizzazione amministrativi [B] Sulla sussumibilità o meno dell’allevamento avicolo nel novero delle industrie nocive di cui al D.M. 12.2.1971, oggi D.M. 5 settembre 1994
T.A.R. Marche, Sezione I, 6 marzo 2014
[A] Il meccanismo della conferenza di servizi delineato dalla L. n. 241/1990 non prevede affatto che i pareri dei vari enti partecipanti siano resi noti in anticipo agli altri. [B] L’eventuale “ostruzionismo” (leggasi mancata partecipazione o partecipazione non costruttiva alla conferenza dei servizi) deve essere in qualche modo sanzionato. [C] Con riguardo alla provenienza della biomassa, la normativa vigente non ne impone la specificazione dettagliata, essendo un tale onere inesigibile alla luce del diritto di libertà di iniziativa economica. [D] L’art. 216 T.U.L.S. in materia di industrie insalubri (e con esso il conseguente D.M. 5/9/1994) non appare compatibile con l’attuale assetto normativo nella parte in cui la norma fa riferimento generico all’”abitato” e alle “campagne”. [E] Molto spesso i piani regolatori sono concepiti in maniera del tutto errata laddove consentono che le zone D siano collocate in adiacenza a zone residenziali oppure laddove consentono che all’interno delle zone D siano ubicati insediamenti residenziali, perché questo è alla base di molte controversie simili a quella che occupa il Tribunale. [F] Sulla differenza tra VAS e VIA
Consiglio di Stato, Sezione V, 17 marzo 2014
Sulla presenza di un’area a carattere prettamente storico o residenziale e sulla possibilità o meno di per di vietare l’insediamento di industrie insalubri
Consiglio di Stato, Sezione V, 27 dicembre 2013
[A] Spetta al Sindaco, all'uopo ausiliato dalla struttura sanitaria competente, il cui parere tecnico ha funzione consultiva ed endoprocedimentale, la valutazione della tollerabilità, o meno, delle lavorazioni provenienti dalle industrie cosiddette "insalubri". [B] L'allevamento di animali è considerato dalle norme del testo unico delle leggi sanitarie industria insalubre di prima classe
T.A.R. Piemonte, Sezione II, 28 novembre 2013
Spetta al Comune, all'uopo ausiliato dall'azienda sanitaria locale, la valutazione della tollerabilità o meno delle lavorazioni provenienti dalle industrie classificate "insalubri"
Consiglio di Stato, Sezione III, 24 settembre 2013
A seguito dell’avvenuta constatazione dell’assenza di interventi per prevenire ed impedire il danno da esalazioni, il sindaco può disporre la revoca del nulla osta per industria insalubre e, pertanto, la cessazione dell’attività
T.A.R. Campania Salerno, Sezione I, 22 luglio 2013
Sul provvedimento con il quale il Sindaco ingiunge l’allontanamento immediato degli animali custoditi nel pollaio insistente sulla sua proprietà all’interno di zona residenziale B
T.A.R. Lombardia Brescia, Sezione II, 5 febbraio 2013
L’adozione di provvedimenti repressivi delle industrie insalubri in base all’art. 216 del RD 1265/1934 presuppone l’accertamento in concreto di un’effettiva situazione di pericolo per la salute pubblica
Consiglio di Stato, Sezione IV, 22 gennaio 2013
La giurisprudenza evidenzia come l’art. 216 t.u.l.s., nel consentire la permanenza delle industrie insalubri nei centri abitati a certe condizioni e accorgimenti tecnici, non ha autorizzato il Comune a disporre una deroga al disposto della norma
T.A.R. Puglia Lecce, Sezione III, 17 gennaio 2013
Sulla possibilità o meno di derogare alle distanze fissate dallo strumento urbanistico per gli allevamenti di animali, considerati dal R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 industria insalubre di prima classe
Consiglio di Stato, Sezione IV, 28 novembre 2012
Sulla qualificazione di un impianto di lavaggio come attività insalubre di seconda categoria
Consiglio di Stato, Sezione IV, 15 dicembre 2011
[A] L'art. 216 r.d. 27 luglio 1934 n. 1265, nel prescrivere che le industrie insalubri di prima classe devono essere isolate dalle campagne e tenute lontane dall'abitazione, non fissa specifiche distanze. [B] Il comune (che non possiede né strumenti né competenze per accertare “in proprio” le condizioni sanitarie di una industria insalubre) non può discostarsi dal parere negativo reso dall’Autorità sanitaria. [C] Le emissioni inquinanti integrano reato contravvenzionale penale. [D] La contravvenzione di cui all'art. 674 c.p. sussiste anche in presenza di rituali autorizzazioni amministrative per l'esercizio di un'attività d'impresa. [E] Nell'applicare l’art. 844 c.c. l'autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della priorità di un determinato uso facendo riferimento al criterio della “prevenzione nell’uso”. [F] La Cassazione ha chiarito che il principio, dettato in tema di immissioni acustiche è agevolmente traslabile a quelle odorigene
Consiglio di Stato, Sezione IV, 13 luglio 2011
Sull’esclusione per tutto il territorio comunale della possibilità di "insediamento di nuove attività classificate insalubri di prima classe dal D.M. 5 settembre 1994”
T.A.R. Lombardia Brescia, Sezione II, 27 maggio 2010
L'installazione nell'abitato (o in prossimità di questo) di una industria insalubre non è di per sé vietato in assoluto
T.A.R. Piemonte, Sezione I, 15 febbraio 2010
Sul recente principio giurisprudenziale riguardo all'art. 216 T.U.L.S., approvato con r.d. 27 luglio 1934, n. 1265, che indica i criteri per l’insediamento di manifatture o fabbriche che producono vapori, gas o altre lavorazioni insalubri o che possono riuscire in qualche modo pericolose alla salute degli abitanti
Consiglio di Stato, Sezione V, 29 dicembre 2009
Il fatto che si tratti di artigianato e non di industria esclude di per sé la qualificazione dell’attività ai fini della conformità urbanistica come “industria” insalubre
T.A.R. Lombardia Brescia, Sezione I, 19 novembre 2009
L'art. 216 r.d. 27 luglio 1934 n. 1265, nel prescrivere che le industrie insalubri di prima classe devono essere isolate dalle campagne e tenute lontane dall’abitazione, non fissa specifiche distanze
T.A.R. Piemonte, Sezione II, 3 settembre 2009
Sull’ordinanza in materia d'igiene che ingiunge al proprietario di disattivare immediatamente il proprio impianto di allevamento di bovini in quanto a distanza di anni si sarebbe reso intollerante nei confronti di coloro che hanno deciso di costruire il loro edificio nelle immediate vicinanze
T.A.R. Lombardia Milano, Sezione IV, 16 luglio 2009
[A] Nei confronti dei successori dei responsabili degli inquinamenti è possibile adottare, ordinanze contingibili ed urgenti. [B] Sull’ordinanza con la quale il Sindaco dispone l’allontanamento delle persone che vivono su un terreno inquinato. [C] Il provvedimento contingibile ed urgente che impone interventi su un’area inquinata prescinde dalla responsabilità del proprietario nel cagionare l’inquinamento, a differenza di quanto previsto per i provvedimenti bonifica di cui al D.Lgs. 152/2006. [D] Non costituisce ostacolo al provvedimento urgente, la circostanza che l’inquinamento duri da tempo, se il pericolo resta attuale. [E] Sui poteri di intervento attribuiti al Sindaco dall’art. 217 del Testo Unico delle leggi sanitarie del 1934. [F] Sul reato di omissione d’atti d’ufficio a carico di un Sindaco in relazione ad un episodio di inquinamento delle acque