Consiglio di Stato, Sezione IV, 17 maggio 2023
[A] In ordine ai principi affermati dalla giurisprudenza in materia di monetizzazione di standard urbanistici. [B] Sull'ambito di applicazione della disciplina di cui al D.M. 1444/68 ad ogni intervento di trasformazione edilizia che comporta aumento del carico urbanistico.
Consiglio di Stato, Sezione IV, 17 ottobre 2022
[A] Sulla portata della deroga alle disposizioni del DM 1444/68 prevista dall'art. 2 bis, comma 1 del T.U.E. [B] Sulla non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell'art. 2 bis, comma 1 del T.U.E. e dell'art. 103, comma 1 bis della L.R. della Lombardia n. 12/2005. [C] In ordine al riparto di competenza Stato/Regioni in materia di determinazione delle dotazioni infrastrutturali pubbliche o di interesse generale.
T.A.R. Calabria, Reggio Calabria, 7 luglio 2022
[A] In ordine alla inammissibilità dell'azione di accertamento quale rimedio giurisdizionale utilizzabile dal privato che voglia opporsi alla c.d. “monetizzazione” sostitutiva della cessione degli standard. [B] Sulla posizione di interesse legittimo del privato rispetto all'obbligo di cessione di aree ed eventuale monetizzazione.
T.A.R. Lombardia, Milano, Sezione II, 14 aprile 2022
Il singolo terreno, utilizzato per la definizione complessiva degli standard di un territorio oggetto di piano di lottizzazione, può essere considerato disponibile ai fini di una successiva edificazione se è decorso il decennio di efficacia del Piano di lottizzazione?
Consiglio di Stato, Sezione IV, 17 marzo 2022
Sulla non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’art. 2 bis del D.p.r. 380/2001 (e dell’art. 103, comma 1 bis della L.R. Lombardia 11 marzo 2005, n. 12) per il fatto di autorizzare la possibilità di deroga agli standard di cui al d.m. 1444/1968, in contrasto con gli art. 3 e 117 Cost.
Consiglio di Stato, Sezione IV, 31 maggio 2018
Sulla scelta fra la cessione delle aree necessarie per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e la loro monetizzazione: potestà discrezionale dell’amministrazione comunale ovvero diritto del privato?
T.A.R. Lombardia, Brescia, SezioneI, 19 febbraio 2018
Sul calcolo delle aree a standard: che incidenza ha sulla possibilità o meno di computo delle aree a standard il fatto che alcune opere si trovino all'interno di edifici ovvero che siano concesse ad uso esclusivo a fronte del versamento di un canone?
T.A.R. Sicilia, Catania, Sezione I, 11 febbraio 2016
[A] Sulle osservazioni e le opposizioni presentate dai privati al piano regolatore generale in itinere, e sul correlativo onere motivazionale della P.A. [B] Sugli standard di cui agli artt. 3 e 4 del d.m. n. 1444/1968 e s.m.i.: il sovradimensionamento di tali standard necessita di apposita e specifica motivazione?
T.R.G.A. Trento, Sezione Unica 11 febbraio 2015
Sugli oneri istruttori e motivazionali relativi alla variante implicante il repentino disconoscimento della pregressa destinazione residenziale ed il superamento degli standards minimi stabiliti nel D.M. 2 aprile 1968, n. 1444
T.A.R. Veneto, Sezione II, 29 aprile 2014
Sul provvedimento con il quale l’amministrazione nel richiede l’integrazione della documentazione degli standard da destinare a parcheggio sospende l’efficacia della SCIA oltre il trentesimo giorno
Consiglio di Stato, Sezione IV, 14 aprile 2014
Laddove la legislazione regionale autorizzi la monetizzazione è del tutto evidente che il vantaggio patrimoniale riveniente al privato - consistente nell'utilizzazione edilizia di aree altrimenti da cedere gratuitamente, con incremento dei volumi realizzabili e quindi anche dei valori economici ritraibili -, possa trovare, proprio sul piano della corrispettività, un punto di equilibrio nella loro commisurazione al valore di mercato delle aree aggiuntive così rese edificabili, che in sostanza sono per dir così "cedute" (in termini planovolumetrici di diritti edificatori, altrimenti preclusi dall'obbligo di cessione) dalla comunità locale
T.A.R. Lombardia Milano, Sezione II, 3 aprile 2014
[A] La determinazione delle opere da considerare “a scomputo” nell’ambito di una convenzione urbanistica viene effettuata sulla base di una valutazione complessiva, concordata tra le parti, che non è infirmata dall’eventuale eccedenza del valore delle opere rispetto al quantum normativamente dovuto. [B] Sulla possibilità o meno che l’Ente locale richieda – e il lottizzante accetti di realizzare – opere di urbanizzazione ulteriori rispetto agli standard e non computate nel calcolo degli oneri di urbanizzazione dovuti, le quali, pur incrementando le dotazioni dell’area, non siano tuttavia destinate all’acquisizione in proprietà da parte dell’ente locale
T.A.R. Campania Salerno, Sezione I, 26 gennaio 2014
[A] Sull’applicabilità o meno della distanza di dieci metri tra pareti finestrate per la realizzazione di nuove costruzioni in Zona A. [B] Sulla modificazione del tetto abbia funzione esclusiva di copertura non comportando un aumento di volumetria dei piani sottostanti suscettibile di autonoma utilizzazione
Consiglio di Stato, Sezione IV, 10 febbraio 2014
[A] Sull’insufficienza di un parcheggio collocato in area non fruibile, dove la fruibilità era collegata non a valutazioni normative, ma fattuali, poiché il “terreno pertinenziale destinato a parcheggio deve ragionevolmente intendersi come condizione necessaria per la migliore fruizione del parcheggio medesimo da parte di tutti coloro che intendono comodamente accedervi con i propri mezzi di locomozione per poi uscire con i relativi acquisti più o meno ingombranti e/o pesanti da collocare su tali mezzi”. [B] Sulla necessaria valenza funzionale e non solo quantitativa degli standards urbanistici
Consiglio di Stato, Sezione IV, 10 febbraio 2014
[A] La soluzione perequativa, che tende ad attenuare gli impatti discriminatori della pianificazione a zone, sia in funzione di un meno oneroso acquisto in favore della mano pubblica dei suoli da destinare a finalità collettive, sia per conseguire un’effettiva equità distributiva della rendita fondiaria, si fonda su una serie di strumenti operativi che, letti senza un congruo ancoraggio con le necessità concrete cui si riferiscono, favoriscono astrazioni concettuali pericolose. [B] L’utilizzo di formule retoricamente allettanti (aree di decollo, aree di atterraggio, pertinenze indirette, trasferimenti di diritti volumetrici et similia) non deve fare dimenticare che lo scopo della disciplina urbanistica non è la massimizzazione dell’aggressione del territorio. [C] La Sezione intende rimanere fedele al suo orientamento che vede lo standard urbanistico collocarsi spazialmente e funzionalmente in prossimità dell’area di intervento edilizio, al fine di legare strettamente e indissolubilmente commoda e incommoda della modificazione sul territorio
Consiglio di Stato, Sezione V, 20 dicembre 2013
Sui limiti della c.d. “concessione in deroga” e sulla distinzione, tra l’ambulatorio, che identifica una struttura aziendale, aperta, spersonalizzata ed organizzata imprenditorialmente in vista dell’affluenza di un pubblico indeterminato, in cui prevale l’aspetto organizzativo su quello professionale, e 1o studio medico, connotato dal prevalente apporto professionale mediante esercizio professionale dell’attività sanitaria
Consiglio di Stato, Sezione IV, 26 novembre 2013
[A] Occorre rammentare come la competenza sulla pianificazione urbanistica sia di esclusiva competenza del Consiglio comunale, anche quando è chiamato a deliberare su una proposta del competente dirigente e anche se questa è stata istruita tramite conferenza di servizio. [B] Sulla previa determinazione del numero di abitanti destinati a fruire di tali standard, usando il criterio dell’“abitante equivalente"
Consiglio di Stato, Sezione IV, 18 novembre 2013
[A] Sul Programma integrato di intervento. [B] La destinazione Museo della moda e Scuola della moda rientra può rientrare tra le “attrezzature culturali”, che l’art. 16, co. 8, DPR n. 380/2001 comprende tra le opere di urbanizzazione secondaria. [C] Quanto alle aree destinate a “funzioni espositive”, non appare irragionevole che esse possano rientrare tra le funzioni di interesse generale, posta la vocazione produttiva della città di Milano
T.A.R. Marche, Sezione I, 23 ottobre 2013
Sulla possibilità o meno di prevedere la sovrapposizione di standards urbanistici diversi mediante l’interramento dei parcheggi e la destinazione a verde pubblico dello spazio superficiale sovrastante
Consiglio di Stato, Sezione IV, 40 giugno 2013
Nel caso di realizzazione di sale cinematografiche non possono essere esclusi dal calcolo della volumetria gli spazi adibiti a parcheggio nonché i c.d. spazi "promiscui", ossia ingressi, uscite, atrii, servizi igienici
T.A.R. Lombardia Milano, Sezione II, 1 agosto 2013
Nelle controversie in tema di monetizzazione viene in rilievo una posizione qualificabile come interesse legittimo, come tale soggetta alle regole processuali che accedono a tale condizione e che richiedono di proporre ricorso con il rito impugnatorio, nei termini decadenziali decorrenti dalla piena conoscenza degli atti ritenuti lesivi
T.A.R. Basilicata, Sezione I, 21 giugno 2013
Sulla differenza tra le destinazioni industriale ed artigianali (cioè le attività economiche produttive e/o manifatturiere), le destinazioni turistiche, commerciali, direzionali o di servizi (cd. terziario) e le destinazioni residenziali o di attività professionale, ai fini della normativa in materia di contributi concessori rispetto a quella inerente la materia degli standards urbanistici
T.A.R. Umbria, Sezione I, 9 maggio 2013
[A] Sulla violazione del principio che impone una congrua motivazione laddove si formulino previsioni di sovradimensionamento degli standards rispetto alla misura minima prescritta dalla legge. [B] Sull’illegittimità delle norme che subordinano l'attuazione di un comparto alla ristrutturazione e cessione di un edificio
T.A.R. Lazio Roma, Sezione II Bis, 7 maggio 2013
Le uniche evenienze che richiedono una più incisiva e singolare motivazione degli strumenti urbanistici generali sono rappresentate, pacificamente dal superamento degli standard minimi di cui al D.M. 2 aprile 1968
T.A.R. Basilicata, Sezione I, 6 ottobre 2011
[A] Sulle dotazioni previste dal D.M. 1444/68 e sulla possibilità o meno che l’amministrazione possa optare per un arricchimento delle dotazioni di standards. [B] Sulla regola generale della non necessità di puntuale onere motivazionale delle nuove destinazioni urbanistiche conferite dallo strumento urbanistico
T.A.R. Marche, Sezione I, 23 giugno 2011
[A] Sull’inclusione “tal quale” di piani attuativi in parte ineseguiti all’interno dei nuovi strumenti urbanistici comunali. [B] Sulla c.d. “monetizzazione” delle aree a standard carenti quale prassi derogatoria del principio affermato dall’art. 12 del DPR n. 380 del 2001. [C] Gli spazi a verde pubblico debbono essere funzionali e non ricavati in maniera fantasiosa tanto per adeguarsi formalmente al D.M. n. 1444/1968. [D] Il proprietario di un lotto edificato può sempre sfruttare la potenzialità edificatoria residua. [E] Come è noto, nello sviluppo urbanistico delle zone di completamento e di espansione le opere di urbanizzazione indispensabili sono le strade, perché è proprio il percorso viario a dare una fisionomia ad un comparto edificatorio ed a definire l’ordine e l’armonia dello sviluppo urbano. [F] Sui casi in cui l’abbattimento di un edificio integra un’attività edilizia che certamente rientra nella nozione di inizio lavori. [G] Sulla natura della DIA è in corso da anni un accesso dibattito che dovrebbe trovare soluzione nella imminente decisione dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato
T.A.R. Lombardia Brescia, Sezione I, 22 aprile 2011
Sul carattere della scelta di dimensionare e di allocare i servizi da parte del pianificatore e sulla decisione di assicurare una qualità della vita superiore a quella minima che deve essere garantita dal D.M. 2 aprile 1968
T.A.R. Toscana, Sezione III, 8 aprile 2011
Il mutamento di destinazione urbanistica pur a parità di superficie e volumetria, integra una trasformazione qualitativa dal punto di vista del carico urbanistico, ad esempio per necessità di maggiori aree a parcheggio
T.A.R. Puglia Lecce, Sezione III, 2 settembre 2010
[A] Sulla triplice funzione del piano attuativo. [B] Sulla possibilità che lo strumento urbanistico intermedio ispirato alla logica della equa ripartizione degli utili e degli oneri, cioè la lottizzazione convenzionata, non disponga in ordine alla soddisfazione degli standards all’interno della zona da lottizzare. [C] Uno strumento urbanistico generale che assicuri la dotazione degli standards per una determinata zona “C” all’esterno di tale zona e cioè all’interno delle zone “F” non affida allo strumento urbanistico intermedio il compito di assicurare la dotazione e l’ubicazione degli standards. [D] E’ possibile che in una zona in cui l’edificazione è subordinata allo strumento attuativo qualcuno abbia realizzato, prima della formazione di questo, le opere di urbanizzazione primaria e secondaria?
T.A.R. Lombardia Milano, Sezione II, 28 giugno 2010
[A] Sulla pianificazione urbanistica e sulla possibilità o meno di incrementare il minimo legale degli standard. [B] Sulla possibilità o meno di ritenere risoluta la convenzione urbanistica per eccessiva onerosità derivante dal fallimento della contraente
T.A.R. Lazio Roma, Sezione II Bis, 4 giugno 2010
[A] Sul superamento del parametro urbanistico di riferimento stabilito dal DM 1444/1968. [B] Sulla previsione di un contributo urbanistico straordinario da parte del PRG, sulla sua natura fiscale oppure sulla sua qualificazione come strumento di “perequazione urbanistica”. [C] Sulle tecniche perequative e compensative e sui delicati problemi di conformità alla Costituzione ed al Trattato UE. [D] Sugli strumenti perequativi e compensativi adottati dal Comune di Roma che configurano una forma di espressa imposizione economico–patrimoniale. [E] Sulla previsione del contributo straordinario da parte dello strumento urbanistico generale in carenza della necessaria base legislativa. [F] Sull’art. 1, commi 258 e 259 della L. n. 244/2007 in materia di edilizia residenziale sociale
T.A.R. Lombardia Milano, Sezione II, 28 dicembre 2009
[A] Sull'art. 22 della l.r. Lombardia n. 51 del 1975 laddove prevede espressamente che la dotazione globale di spazi per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale all'interno del piano regolatore generale o dei piani attuativi debba essere determinata, relativamente agli insediamenti residenziali, in rapporto alla capacità insediativa residenziale teorica. [B] Nell'ipotesi del piano di recupero ciò che rileva ai fini della determinazione degli standards è il numero dei vani anche preesistenti comunque interessati dall'intervento
T.A.R. Marche, Sezione I, 28 dicembre 2009
[A] L’art. 9 del D.M. 2.4.1968 n. 1444 che prescrive un distacco minimo di mt. 10 tra pareti finestrate, non è volto alla tutela della riservatezza, ma alla salvaguardia di imprescindibili esigenze igienico-sanitarie che si impongono anche alla potestà pianificatoria comunale. [B] Sul divieto di creazione d'intercapedini di larghezza inferiore all'altezza del più alto degli edifici fronteggiantisi
C.G.A.R.S., 2 luglio 2009
In tema di opere destinate ad attrezzature scolastiche gli standards urbanistici minimi possono essere superati senza incorrere in vizi di legittimità
C.G.A.R.S., 15 dicembre 2008
Sul sopradimensionamento degli standard minimi di spazio da destinare a parcheggi da parte dello strumento urbanistico
T.A.R. Veneto, Sezione I, 5 febbraio 2008
Sulla necessità o meno di una più incisiva motivazione nel caso in cui la variante allo strumento urbanistico generale imponga il superamento degli standard minimi di cui al D.M. 2 aprile 1968
T.A.R. Lombardia Brescia, 19 dicembre 2007
[1] I vincoli di inedificabilità collegati alle fasce di rispetto hanno natura conformativa. [2] Sul calcolo degli standards urbanistici in caso di destinazione mista produttivo-commerciale
Consiglio di Stato, Sezione IV, 10 dicembre 2007
[A] Sull’art. 20 comma 1 lettera f) l. 23 dicembre 1978 n. 833, che includeva tra le attività o prevenzione delle UUSSLL la verifica della compatibilità dei piani urbanistici con le esigenze di tutela dell’ambiente. [B] Sul sopradimensionamento degli standard minimi di spazio da destinare a verde pubblico
T.A.R. Lazio Roma, Sezione II Bis, 12 giugno 2007
Sul D.M. 2.4.1968 n. 1444 che prevede limiti di altezza degli edifici e di distanze minime contenute, e sugli effetti conseguenti la mancato recepimento di tali limiti nello strumento urbanistico