Da quale momento inizia a decorrere il termine dell’Amministrazione per l’annullamento in autotutela di un titolo edilizio ai sensi dell’art. 21 nonies della L. 241/1990?
Sul presupposto della piena conoscenza del permesso di costruire ai fini della decorrenza dei termini per proporre impugnazione: è sufficiente l'affisione del cartello di cantiere o la pubblicazione all'albo pretorio?
[A] In ipotesi di falsa rappresentazione o dichiarazioni non veritiere, l'esercizio del potere in autotutela ex art. 21 nonies, Legge 241/1990 è attività discrezionale? [B] In merito alla rilevanza del termine di 18 mesi a valere quale criterio orientativo del presupposto del "termine ragionevole", ancora operativo rispetto ai provvedimenti adottati prime della entrata in vigore della legge 125/2015.
In merito ai presupposti di applicazione della sanzione ex art. 38 del D.p.r. 380/2001 in luogo della demolizione dell'opera per gli interventi eseguiti in base a permesso di costruire annullato.
Nell’ambito del rilascio di un permesso di costruire, l’aver omesso di indicare la presenza, a meno di dieci metri dalla tettoia, di un fabbricato prospicente costituisce una falsa rappresentazione rilevante ai fini dell’art. 21 nonies, comma 2 bis, L. 241/1990?
[A] In caso di annullamento giudiziale di un permesso di costruire per contrasto con gli strumenti urbanistici comunali l’abusività dell’immobile è insanabile? [B] La “sanatoria” ex art. 38 del DPR 380/2001 è ammissibile solo in caso di vizi formali e/o procedurali del titolo edilizio?
[A] Sulla diversa natura giuridica dei poteri di annullamento dei titoli edilizi esercitabile dal Comune ai sensi dell' art. 21 nonies, Legge 241/1990 e del potere attribuito all'Ente Regionale ai sensi dell'art. 39 del D.p.r. 380/2001. [B] In sede di esercizio del potere di autotutela di un titolo edilizio ex art. 21 nonies, Legge 241/1990, in quali casi gli effetti della falsa rappresentazione dei fatti prodotta dal dante causa, non si trasferiscono anche nei confronti degli aventi causa dell'immobile?
Il superamento del limite temporale di 18 mesi per l’esercizio del potere di autotutela di cui all’art. 21 nonies della L. 241/1990 deve ritenersi ammissibile, a prescindere da qualsivoglia accertamento penale di natura processuale, tutte le volte in cui il soggetto segnalante abbia rappresentato uno stato preesistente diverso da quello reale?
Quando si configura la falsa rappresentazione dei fatti da parte del privato, comportante l’inapplicabilità del termine di diciotto mesi per l’annullamento d’ufficio di un titolo edilizio ai sensi dell’art. 21 nonies, comma 2 bis, L. 241/1990?
Sul ritiro in autotutela di un titolo edilizio presentato da diversi anni contenente una rappresentazione dei fatti non veritiera, con particolare riguardo all’esistenza del vincolo paesaggistico.
In ipotesi di provvedimenti ostativi ad attività edificatoria assentita da titoli edilizi non annullati, ma ab origine illegittimi, è ammesso il risarcimento del danno se è intervenuta condanna penale?
Sui requisiti che devono essere soddisfatti nel giudizio amministrativo per l’ammissibilità dell’intervento adesivo dipendente “ad adiuvandum” (nel caso di specie svolto dal proprietario confinante rispetto al rilascio di un permesso di costruire).
[A] Se la prospettazione di false informazioni che abbiano avuto un apporto causalmente efficiente all’emanazione del provvedimento favorevole (concessione edilizia in sanatoria) elida il termine ragionevole di cui all’art. 21-nonies, comma 1, della L. 241/90. [B] Se il provvedimento di annullamento di una concessione edilizia in sanatoria possa essere motivato con il semplice richiamo ad una rappresentazione mendace che abbia avuto un apporto causalmente efficiente all’emanazione del provvedimento favorevole. [C] Sul legittimo affidamento dell’acquirente e del venditore di un immobile oggetto di intervento edilizio abusivo.
Sugli attuali orientamenti giurisprudenziali in merito ai presupposti della legittimazione all’impugnazione dei titoli edilizi, e più in generale degli atti di assenso alla realizzazione di impianti che incidano sul territorio.
Sull’onere motivazionale “rafforzato” in relazione al rispetto delle condizioni per disporre l’annullamento d’ufficio di cui all’art. 21 nonies della L. 241/1990 con riferimento ad una SCIA.
In ordine alla mancata riconduzione all’annullamento d’ufficio di un piano particolareggiato di effetti caducanti rispetto al permesso di costruire, con la conseguenza di dover procedere all’attivazione di autonomo procedimento ex art. 21 nonies L 241/1990 per poter ingiungere la demolizione delle opere realizzate in virtù di tale titolo.
Se la per l’acquisizione automatica, in favore del Comune, di un immobile abusivo realizzato negli anni ’30 si configuri come necessaria l’identità tra il contenuto dell’ordinanza di demolizione e quello dell’atto di acquisizione.
La vicinitas, cioè lo stabile collegamento con la zona interessata dall'intervento, può fondare da sola la legittimazione ad agire, oppure deve necessariamente accompagnarsi ad essa la lesione concreta ed attuale della posizione soggettiva di chi impugna il provvedimento?
Se il silenzio assenso sull'istanza di rilascio del permesso di costruire, avente natura tendenzialmente vincolata, si formi a fronte di un intervento edilizio non conforme agli strumenti urbanistici.
[A] Se sia sufficiente la “vicinitas” quale condizione dell’azione di annullamento o occorra anche la sussistenza di un interesse concreto e attuale ad agire per scongiurare una rilevante e pregiudizievole alterazione del preesistente assetto urbanistico ed edilizio.
[B] Se i muri di contenimento che sostengono un terrapieno artificiale siano assoggettati alla normativa in materia di distanze.
[C] Sulle alternative del proprietario che costruisce per primo sul confine alla luce del principio della prevenzione temporale ricavabile dagli artt. 873 e ss. c.c.
[A] Se possa ritenersi legittimo il diniego di esercizio di attività di commercio ove fondato su ragioni di abusività dei locali nei quali l’attività commerciale viene svolta.
[B] Sul potere della P.A. di annullare in via di autotutela un atto amministrativo illegittimo qualora il contegno del privato abbia consapevolmente determinato una situazione di affidamento non legittimo.
Quando il termine per la impugnazione di un titolo edilizio da parte del vicino inizia a decorrere dall’inizio lavori e quando inizia invece a decorrere dal completamento dei lavori?
Se in assenza di un’indicazione normativa precisa quale quella successivamente introdotta dalla l. 7 agosto 2015 n. 124, il termine per l’annullamento d’ufficio (nella sua dimensione ‘ragionevole') decorra soltanto dal momento in cui l’Amministrazione sia venuta concretamente a conoscenza dei profili di illegittimità dell’atto.
[A] Quali sono le caratteristiche che consentono di qualificare un intervento di demolizione e successiva ricostruzione come ristrutturazione edilizia?
[B] Se la possibilità di realizzare parcheggi da destinare a pertinenza delle singole unità immobiliari in deroga agli strumenti urbanistici sia riferito soltanto agli edifici già esistenti.
[C] Sulla motivazione che deve essere espressa dall’Amministrazione per l’annullamento d'ufficio di un permesso di costruire.
Sulla rilevanza delle false rappresentazioni dei fatti da parte del privato sul termine di diciotto mesi per l’annullamento d’ufficio introdotto, nell’art. 21-nonies L. 241 del 1990, dall’art. 6 L. 7 agosto 2015, n. 124.
Quali sono le caratteristiche che deve possedere un’ordinanza di demolizione, affinché possa essere considerata anche come annullamento implicito di una concessione edilizia?
L’Amministrazione conserva sempre il potere di annullare d’ufficio il titolo edilizio rilasciato sulla base di una falsa rappresentazione dei fatti fornita dagli interessati?
La controversia avente ad oggetto l’annullamento di un permesso di costruire per opere civili costruite in aderenza ad opere idrauliche appartiene alla giurisdizione del giudice amministrativo?
La qualifica giuridica di proprietario di un bene immobile confinante con quello asseritamente oggetto di abuso deve di per sé ritenersi idonea a creare la legittimazione e l'interesse al ricorso?
Se in sede di esecuzione dei lavori sono realizzate opere in difformità al titolo edilizio assentito, quest'ultimo può essere oggetto di annullamento giurisdizionale o di autotutela amministrativa?
Che rilevanza può assumere ai fini dell'esercizio dell'autotutela sul rilasciato permesso di costruire l'infedele prospettazione dello stato dei luoghi?
Il semplice rilievo del rilascio dei titoli sulla base di una rappresentazione ingannevole dello stato dei luoghi può essere ritenuto di per sé capace di determinare l'illegittimità delle autorizzazioni rilasciate?
[A] Sul dies a quo della tempestiva proposizione del ricorso laddove si contesti l’an della edificazione (cioè laddove si sostenga che nessun manufatto poteva essere edificato sull’area) ovvero il quomodo della stessa. [B] A presidio di quale esigenza è posto l’obbligo di esposizione del cartello dei lavori?
[A] Sul dies a quo della tempestiva proposizione del ricorso laddove si contesti l’an della edificazione (cioè laddove si sostenga che nessun manufatto poteva essere edificato sull’area) ovvero il quomodo della stessa. [B] A presidio di quale esigenza è posto l’obbligo di esposizione del cartello dei lavori?
Sull'annullamento d’ufficio del permesso di costruire perl' ipotesi di falsa, infedele, erronea o inesatta rappresentazione della realtà da parte dell’interessato.
Sulla legittimazione a ricorrere del privato a fronte di un intervento urbanistico assentito dall’amministrazione: quand’è che può considerarsi configurata un’ipotesi di “vicinitas”?
[A] Sull’art. 21 nonies della legge n. 241/1990, così come modificato dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, quale limite per procedere all’annullamento in autotutela dei titoli autorizzativi: la norma può ritenersi applicabile in ogni caso in cui il provvedimento di autotutela sia intervenuto successivamente? [B] L'annullamento d'ufficio del permesso di costruire richiede necessariamente un'espressa motivazione in ordine all'interesse pubblico concreto ed attuale al ripristino dello status quo ante?
Il Comune deve espressamente rispondere alla domanda con la quale i proprietari dei terreni limitrofi a quello interessato da un supposto abuso edilizio chiedano l’adozione di provvedimenti repressivi?
In che rapporti stanno la denuncia di nuova opera di cui all’art. 1171 c.c. promossa dinanzi al giudice ordinario e la domanda di annullamento del permesso d costruire presentata al giudice amministrativo?
[A] Sulla fascia di rispetto dagli argini dei corsi d’acqua: all’interno di questa devono considerarsi precluse tout court piantagioni, fabbriche o movimenti di terreno? [B] Può considerarsi “ragionevole” il termine di tre anni trascorso prima dell’adozione del provvedimento di annullamento d’ufficio?
A seguito dell'annullamento giurisdizionale di un titolo abilitativo (o di un diniego di esso), l'Amministrazione deve riesaminare la relativa istanza ora per allora, o deve invece tenere conto della normativa e della disciplina medio tempore sopravvenuta? Che rilevanza assume in merito il momento della notifica della sentenza da parte del ricorrente vittorioso?
[A] Tra gli effetti ripristinatori della sentenza di annullamento dei titoli edilizi è ricompresa necessariamente anche la demolizione? [B] Precisazioni sull’indirizzo giurisprudenziale che ritiene che l’esecutività della sentenza di primo grado comporti unicamente l’obbligo dell’amministrazione di non porre in essere atti in contrasto con le statuizioni di quella sentenza
Quando il titolo edilizio è stato rilasciato sulla base di attestazioni erronee da parte del richiedente, si può sostenere che l’interesse pubblico concreto ed attuale all’annullamento dell’atto sia “in re ipsa”?
Quanto approfonditamente deve motivare il Comune che voglila annullare in autotutela un permesso di costruire rilasciato in assenza dello strumento attuativo? A tal fine è sufficiente affermare che nel comprensorio non sono presenti opere di urbanizzazione primaria e secondaria pari agli standards urbanistici minimi prescritti?
Lo sbarramento temporale all'esercizio del potere di autotutela posto dal decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, rileva, a fini interpretativi, anche per le ipotesi in cui non è applicabile ratione temporis?
Nell’ipotesi in cui una concessione edilizia in sanatoria sia stata ottenuta dall’interessato in base ad una falsa o comunque erronea rappresentazione della realtà materiale, la p.a. può esercitare il proprio potere di autotutela ritirando l’atto senza esternare alcuna particolare ragione di pubblico interesse?
Sul termine ragionevole per l’esercizio dell’autotutela previsto dall’art. 21 nonies della L. 241/90 e sul rilievo che assume in proposito il profilo dell'efficacia dell'atto amministrativo, nel regime antecedente la legge legge 124/2015 che ha stimato in 18 mesi il termine ragionevole di cui all’art. 21 nonies.
[A] Sulla sussistenza o meno di un obbligo giuridico della p.a. di pronunciarsi in maniera esplicita su un’istanza volta a sollecitare l'esercizio del potere discrezionale di autotutela. [B] La variante di uno strumento urbanistico può considerarsi atto meramente confermativo?
Sul criterio dei 18 mesi introdotto nel 2015 quale elemento orientativo al fine di valutare, sotto il profilo della ragionevolezza del termine, la legittimità di un atto di annullamento in autotutela adottato sotto la disciplina previgente
L’annullamento d’ufficio che intervenga entro breve tempo dall'adozione del provvedimento annullabile -quando le situazioni giuridiche coinvolte non si siano consolidate- può considerarsi soggetto a un obbligo di motivazione attenuato?
Sulla domanda di risarcimento dei danni patiti per effetto dell’affidamento riposto nella legittimità del Piano di lottizzazione e del permesso di costruire successivamente rimossi in autotutela dal comune. L’eventuale responsabilità del progettista è idonea a escludere del tutto la concorrente responsabilità dell’Amministrazione?
Sull’estensione applicativa dell’art. 38, d.p.r. 380/2001: può ipotizzarsi che quest’ultimo sia applicabile anche nel caso di annullamento per vizi sostanziali emendabili?
[A] Sulla richiesta del privato di risarcimento del danno in forma specifica volta all’eliminazione delle parti illegittimamente edificate. [B] Sull’interpretazione dell’art. 38 T.U. edilizia. [C] Sull’annullamento del titolo edilizio per violazione del limite delle distanze in relazione ai c.d. aggetti (balconi) e sulla portata che la previsione di cui all'art. 38 del T.U. del 2001 assume in tale contesto. [D] L’atto edificatorio del vicino posto in essere in violazione delle norme del codice civile o di regolamenti comunali sulle distanze produce un danno in re ipsa?
Il parziale annullamento del titolo edilizio è ammissibile quando l’opera autorizzata sia scindibile, così da poter essere oggetto di distinti progetti e realizzazioni, ma non nel caso che riguardi una realizzazione unitaria
Può l’annullamento d'ufficio, ancorché in materia di titoli edilizi, essere disposto per la sola esigenza di ristabilire la legalità dell'azione amministrativa? Che rilievo assumono, a tal fine, l’affidamento ingenerato in capo agli interessati ed il notevole lasso di tempo trascorso tra il rilascio del permesso di costruire e il suo annullamento in autotutela?
A fronte dell’istanza con cui il privato sollecita l’amministrazione all’annullamento e/o la revoca in autotutela della concessione in sanatoria, sorgere in capo a quest’ultima un obbligo di provvedere? Il silenzio serbato su una richiesta di tal fatta è configurabile come inadempimento?
[A] In seguito all’annullamento giurisdizionale di un titolo abilitativo (o di un diniego di esso), l’Amministrazione deve riesaminare la relativa istanza “ora per allora” ovvero tenere conto della normativa medio tempore sopravvenuta? [B] Sulla procedura disciplinata dall’art. 5, d.P.R. nr. 447/1998: in particolare sul concetto di sufficienza o insufficienza delle aree esistenti destinate ad insediamenti produttivi. [C] Sull’interpretazione della disciplina di cui agli artt. 6 e 8 del decreto legislativo 31 marzo 1998, nr. 114: può essere legittimamente negato l’insediamento di nuove strutture di vendita o l’ampliamento di quelle esistenti unicamente sulla base della mancanza della fissazione dei criteri inerenti la programmazione locale?
Sul provvedimento di annullamento d’ufficio di un permesso di costruire; in particolare sul relativo onere motivazionale e sulle ipotesi determinate in cui l’interesse pubblico all’eliminazione dell’atto illegittimo è da considerarsi in re ipsa
È legittimo il provvedimento che annulla in autotutela precedenti titoli edilizi rilasciati sulla base di dichiarazioni rappresentative di uno stato dei luoghi non corrispondente alla realtà, laddove il soggetto che ha fatto istanza per ottenere detti titoli abbia fatto affidamento su quanto dichiarato dal proprio dante causa?
[A] Sui principi che governano l'esercizio del potere di annullamento d’ufficio dei titoli edilizi: in particolare, l’art. 6 co. 1 lett. d, n. 1 L. 124/2015 (che ha fissato un limite temporale di 18 mesi di decadenza del potere di auto-annullamento del titolo edilizio) deve, in qualche modo, orientare anche la valutazione di legittimità sui provvedimenti adottati in autotutela prima dell’entrata in vigore della suddetta norma? [B] Sull'art. 9 del D.P.R. n. 380/2001: corollari della regola generale ed imperativa che impone, in materia di governo del territorio, il rispetto delle previsioni del P.R.G. che impongono, per una determinata zona, la pianificazione di dettaglio
Sulla figura del controinteressato nei ricorsi che il titolare della concessione edilizia promuove avverso provvedimenti di revoca e/o di annullamento d’ufficio: è corretto equiparare la posizione del “soggetto segnalatore” a quella del “generico vicino di casa”?
[A] L’annullamento del titolo edilizio, nel caso in cui riguardi un fabbricato unico con più vani, priva di efficacia il titolo nella sua interezza? [B] Sull’accertamento dell'avvenuto inizio dei lavori entro l'anno dal rilascio del permesso di costruire. [C] La crisi economica che ha afflitto il settore dell'edilizia è motivo che può consentire la proroga del permesso di costruire?
Sulla assolutezza, o meno, del principio giurisprudenziale secondo cui il “vicino, anche se ha provocato interventi repressivi o in via di autotutela, non assume la veste di controinteressato nei ricorsi che il titolare della concessione edilizia promuove avverso provvedimenti di revoca e/o di annullamento d’ufficio”
Sull’annullamento d’ufficio dei titoli edilizi per le ipotesi in cui l’operato dell’amministrazione sia stato fuorviato dalla erronea o falsa rappresentazione dei luoghi indotta dal privato
Sull’ipotesi in cui l’operato dell’amministrazione sia stato fuorviato dalla erronea o falsa rappresentazione dei luoghi da parte del privato, in caso di annullamento d’ufficio dei titoli edilizi
[A] Sui principi che governano l'esercizio del potere di annullamento d’ufficio dei titoli edilizi. [B] Sul necessario rispetto delle previsioni del P.R.G. che impongono, per una determinata zona, la pianificazione di dettaglio: indefettibilità dello strumento urbanistico attuativo
[A] Sulla possibilità o meno di riconoscere la posizione di controinteressato al soggetto confinante del fondo su cui è realizzato l’abuso edilizio, con riferimento alla particolare ipotesi in cui questi sia stato l’autore dell’esposto a seguito del quale la P.A. ha avviato il meccanismo di verifica che ha determinato l’annullamento d’ufficio della S.C.I.A. ovvero l’ordine di demolizione. [B] Sui presupposti indefettibili perché la S.C.I.A. possa produrre i suoi effetti
Sulla possibilità o meno di sospettare l’art. 138 della L.R. 1/2005 di incostituzionalità; in particolare, sul bilanciamento caso per caso fra la tutela dell’affidamento e l’esigenza del ripristino della legalità violata nel caso di annullamento del titolo edilizio
Sui rapporti tra l’art. 38 comma 1, d. P. R. n. 380 del 2001 e le norme regionali, con particolare attenzione all’art. 138, l. reg. Toscana n. 1 del 2005
Sulla prevalenza dell'interesse pubblico alla rimozione della concessione edilizia rilasciata in violazione delle norme urbanistiche rispetto all'interesse privato al suo mantenimento
Sull’interesse pubblico concreto che, ai sensi dell’art. 21 nonies della L. 241/90, deve giustificare l’intervento in autotutela relativo a permessi edilizi rilasciati a più di cinquanta anni di distanza
[A] Le risultanze emerse nel corso di un procedimento penale ben possono indurre l’amministrazione a riconsiderare la legittimità dei propri precedenti atti e a valutare se attivare e concludere procedimenti in sede di autotutela. [B] L’esigenza di tutelare i valori riconducibili all’art. 9 della Costituzione ha una sicura preminenza rispetto all’interesse contrapposto di chi intenda continuare una attività economica sulla base di illegittimi atti
Sulla giurisdizione competente a decidere riguardo alla domanda di risarcimento del privato per la lesione dell'affidamento ingenerato dalla legittimità di atti amministrativi di cui era stato beneficiario e che poi sono stati annullati in sede giurisdizionale o anche in autotutela
[A] La mera illegittimità di un atto amministrativo non ne impone l’annullamento d’ufficio, in quanto l’esercizio del potere discrezionale di autotutela presuppone la ricorrenza di altri requisiti, tra i quali, come si dirà appresso, l’interesse pubblico al ritiro e la prevalenza di detto interesse su eventuali interessi privati antagonisti. [B] Sul ragionevole lasso di tempo entro il quale deve essere adottato l’atto di autotutela
[A] Nessun dubbio può nutrirsi in ordine alla circostanza che l'art. 38 abbia introdotto, per i casi di annullamento del titolo edilizio, una disciplina sanzionatoria complessivamente più mite rispetto a quella prevista ad esempio per le ipotesi di opere realizzate in assenza, in totale difformità o con variazioni essenziali rispetto al titolo originario. [B] Sull’interpretazione della nozione di “impossibilità” a demolire prevista dall’art. 38 del TUE e sulla possibilità o meno di ricondurla anche a ragioni di equità o al limite di opportunità. [C] Sulla demolizione dell’immobile edificato sulla base di un titole edilizio annullato come “extrema ratio”
[A] Sui limiti alla formazione del permesso di costruire per silenzio assenso. [B] Sulle modalità con le quali in seguito al formarsi del permesso di costruire per silenzio assenso l’amministrazione può ancora intervenire con provvedimenti tardivi di diniego
[A] L’annullamento del permesso di costruire esplica effetti automaticamente caducanti e non meramente vizianti sulla successiva DIA in variante. [B] L’annullamento del permesso di costruire non comporta effetti immediatamente caducanti sulla successiva variante essenziale
In seguito all’annullamento del permesso di costruire, non essendo il Comune vincolato ad adottare l'ordine di demolizione, la scelta del rigetto dell’alternativa misura della sanzione pecuniaria e di procedere alla demolizione del manufatto abusivo va adeguatamente motivata
Non è ammissibile che attraverso il rito del silenzio, denunciando l’illegittimità dell’inerzia della Pubblica Amministrazione a fronte di una richiesta di interventi in autotutela, possa essere sostanzialmente concessa una sorta di rimessione in termini per ottenere, in via indiretta, l’annullamento degli atti non tempestivamente impugnati
Il presupposto per un legittimo esercizio del potere di annullamento di ufficio di una sanatoria edilizia non può ricondursi al mero ripristino della legalità, occorrendo dar conto della sussistenza di un interesse pubblico
Sui limiti all’esercizio del potere di autotutela della pubblica amministrazione in materia urbanistica e sul caso in cui l’esercizio di tale potere sia avvenuto in seguito al decorso di sette anni dal rilascio del titolo edilizio
[A] Deve escludersi, secondo un consolidato orientamento in materia, che l'amministrazione abbia l'obbligo di pronunciarsi su un'istanza volta ad ottenere un provvedimento in via di autotutela. [B] Sulla segnalazione dei vicini circa la inottemperanza da parte dell’amministrazione comunale alla ordinanza di demolizione dalla stessa emanata
La sola vicinitas non può reputarsi sufficiente a supportare il requisito dell’interesse a ricorrere della domanda di annullamento di un titolo edilizio
Quando l’illegittimità del titolo edilizio dipende dall’erronea rappresentazione della realtà in capo all’amministrazione procedente causata dal comportamento del richiedente (non importa se doloso o colposo), l’interesse pubblico concreto ed attuale all’annullamento dell'atto può ritenersi sussistente “in re ipsa”
L’intervento caducatorio regionale ai sensi dell’art. 39 del D.P.R. 380 del 2001 – quale particolare forma di esercizio del generale potere di autotutela decisoria – non è sovrapponibile tout court allo schema tipico dell’annullamento d’ufficio da parte del Comune
La circostanza oggettiva e dirimente dell’acclarata violazione delle distanze legali implica una iniziativa di annullamento in autotutela del permesso di costruire già rilasciato sostanzialmente vincolata dell’amministrazione comunale
Per quanto concerne l’annullamento delle concessioni edilizie la ragionevolezza del termine in argomento deve essere altresì rapportata a quanto prescritto dall'articolo 39 del d.p.r. n. 380/2001
Sull’art. 138 della legge regionale Toscana n. 1 del 2005, con riferimento alla fattispecie di opera abusiva per avvenuto annullamento del permesso di costruire
[A] Sui presupposti per l'annullamento d'ufficio di una concessione edilizia (ora permesso di costruire). [B] Sulla valutazione circa la ragionevolezza del termine entro il quale l'amministrazione interviene in autotutela
[A] La giurisprudenza ha affermato che i piani comunali di zonizzazione acustica, tenendo conto delle attività già legittimamente insediate, debbono prevedere la realizzazione di zone cuscinetto. [B] Per piccole aree verdi di quartiere debbano intendersi quelle aree per le quali non vi sia netta cesura con la zona urbana. [C] L’autorizzazione di interventi di trasformazione edilizia od urbanistica da realizzare in prossimità di stabilimenti a rischio di incidente rilevante presuppone una necessaria e doverosa valutazione di compatibilità della successiva iniziativa interessante l’ambito. [D] Non può configurarsi un affidamento meritevole di tutela in capo a colui che, con dolo o grave negligenza, abbia tratto profitto dall’errore dell’amministrazione, consistito nel rilascio di un provvedimento palesemente illegittimo e tuttavia conforme ai propri interessi
Non è possibile ravvisare un qualche affidamento rilevante del destinatario dell’atto di autotutela nell’ipotesi in cui l’emanazione del provvedimento favorevole o il perfezionamento della D.I.A. derivino da una falsa rappresentazione della realtà imputabile allo stesso richiedente
[A] Sull’art. 41 comma 2, secondo periodo, del c.p.a. secondo cui “Qualora sia proposta azione di condanna, anche in via autonoma, il ricorso è notificato altresì agli eventuali beneficiari dell’atto illegittimo, ai sensi dell’articolo 102 del codice di procedura civile; altrimenti il giudice provvede ai sensi dell’articolo 49”. [B] Sulla responsabilità dell’ente locale per il danno da mero illegittimo rilascio di concessione edilizia e sul termine di prescrizione della relativa azione di risarcimento danni. [C] Il permanere di una costruzione illegittimamente assentita a confine può essere paragonato alla situazione che si verifica nel caso di occupazione illegittima di un’area. [D] La permanenza del danno, in relazione alla compressione del godimento del bene, inoltre, al pari di quanto avviene nel caso di occupazione illegittima, giustifica l’adozione di modalità di liquidazione del danno stesso sottoforma di rendita di capitale
[A] Secondo giurisprudenza condivisa, in presenza di una costruzione realizzata in base ad atti annullati in sede giurisdizionale, si rende applicabile l’art. 38, d.P.R. 380 del 2001. [B] Nel caso di sopravvenuta variante al PRG la quale renda conforme allo strumento urbanistico una costruzione che prima non lo era, tanto che la relativa concessione edilizia era stata annullata dal giudice amministrativo, è possibile chiedere una nuova concessione che, sul presupposto dell’attuale conformità dell’opera al PRG
[A] Non sussiste alcun obbligo per l'amministrazione di pronunciarsi motivatamente su istanze volte a provocare interventi autoritativi in autotutela. [B] Sulla possibilità o meno che l’autorizzazione sismica costituisca un presupposto per il rilascio del permesso di costruire
Per tutti i provvedimenti amministrativi, l'Amministrazione emanante può agire in autotutela provvedendo, previa motivazione, ad annullare o a revocare il provvedimento, ma non certo a sospenderlo a tempo indeterminato
Il possesso del titolo di legittimazione alla proposizione del ricorso per l'annullamento di una concessione edilizia, che discende dalla c.d. vicinitas, esime da qualsiasi indagine al fine di accertare, in concreto, se i lavori assentiti dall'atto impugnato comportino o meno un effettivo pregiudizio per il soggetto che propone l'impugnazione
I vizi di cui sarebbe affetta una concessione edilizia possono giustificare il ricorso all’autotutela, ma non il diniego di proroga dei termini per l’ultimazione e dei lavori
Sull’orientamento che considera in linea di principio ragionevole l’annullamento in autotutela di una concessione edilizia nel termine massimo di dieci anni dal suo rilascio
La giurisprudenza ha osservato che in sede di adozione di un atto in autotutela la comparazione tra interesse pubblico e quello privato è necessaria nel caso in cui l'esercizio dell'autotutela discenda da errori di valutazione dovuti all'amministrazione pubblica, non già quando lo stesso è dovuto a comportamenti del soggetto privato
[A] Sulla valenza probatoria dei rilievi aerofotogrammetrici. [B] Sui presupposti per l’annullamento del provvedimento amministrativo in materia edilizia
L’esposto di un privato diretto a sollecitare l’esercizio di poteri di autotutela si sostanzia in una richiesta di riesame, per la quale non può ritenersi in sé sussistente alcun obbligo per la P.A. di far luogo al preavviso di rigetto
[A] Sulla sussistenza dell’interesse pubblico in re ipsa all’annullamento del titolo non conforme alla vigente normativa urbanistico-edilizia. [B] Sulle ragioni per le quali l’imposizione della costruzione del nuovo fabbricato nel rispetto della precedente sagoma va intesa come coessenziale al rispetto della disciplina dell’istituto della ristrutturazione edilizia
[A] La decisione da parte del Comune di non esercitare il proprio potere di autotutela non può, se non a pena dell’inefficienza del “sistema”, dispiegare un effetto preclusivo all’esercizio del differente potere riconosciuto alla Regione. [B] Sulla data di decorrenza del termine di diciotto mesi per l’esercizio del potere di annullamento da parte della Regione. [C] Sulle finalità del potere di annullamento emesso dalla Giunta Regionale ai sensi dell’art. 27 della L. 1150 del 1942. [D] Il breve lasso di tempo intercorso tra il rilascio di una concessione edilizia e il suo annullamento non può determinare stratificazioni di diritti e aspettative. [E] L’inserimento di un centro commerciale non è per nulla compatibile con la previsione di superfici a standard propria della zona D. [H] Sulla differenza tra la densità territoriale e quella fondiaria. [I] Sulla monetizzazione sostitutiva della cessione degli standards
[A] Il ius aedificandi inerisce alla proprietà dei suoli nei limiti stabiliti dalla legge e dagli strumenti urbanistici. [B] Sui casi in cui l’interesse pubblico all’eliminazione dell’atto illegittimo è da considerarsi in re ipsa. [C] Sull’annullamento del titolo edilizio dopo due anni
[A] Sulla differenza tra il potere di annullamento dei titoli edilizi attribuito alla Provincia rispetto all’esercizio del potere di autotutela comunale. [B] Sulle motivazioni in ordine alla necessità della c.d. “doppia conformità” per l’accertamento di conformità. [C] Sul vincolo di solidarietà per il pagamento della sanzione fra l’autore della violazione edilizia e il proprietario attuale dell’immobile
[A] Sul verbale di sopralluogo con cui i tecnici comunali o gli agenti delle polizia municipale accertano abusi edilizi. [B] Sulla necessità o meno del parere della commissione edilizia in caso di annullamento del permesso di costruire. [C] Sulla necessità o meno dell’avviso di avvio del procedimento in caso di annullamento del titolo edilizio. [D] La disciplina sugli interventi ammessi nei centri storici è di stretta interpretazione perché la funzione dei limiti e dei vincoli posti è volta alla conservazione dell’esistente e alla preservazione degli immobili. [E] Sugli effetti di una dichiarazione di inizio attività incompleta o inesatta
Sulla possibilità o meno da parte della Pubblica Amministrazione di disapplicare - anziché annullare - i propri atti giuridici qualora ritenuti illegittimi
[A] Sull’illegittimo condono di un ampliamento dell’originario fabbricato rurale e sulla possibilità o meno, a distanza di 7 anni, di annullare il titolo edilizio. [B] Sui vincoli di ”verde pubblico-verde urbano” o ”verde attrezzato”
L'amministrazione non ha alcun obbligo di procedere in autotutela, in quanto l'esercizio del potere di annullamento in autotutela è espressione di un potere ampiamente discrezionale dell'amministrazione
[A] Sull'osservanza delle disposizioni in materia di distanze tra edifici nel caso in cui le opere realizzate sul fondo confinante siano abusive. [B] Sui casi in cui l’interesse pubblico all’annullamento del titolo edilizio deve considerarsi in re ipsa
[A] Sulla competenza statale o regionale riguardo alle disposizioni che definiscono le categorie degli interventi edilizi. [B] Nel territorio provinciale, né il “risanamento conservativo” né la “ristrutturazione edilizia” possono configurarsi allorquando vengano demolite le murature perimetrali. [C] Sul rapporto tra l’annullamento del titolo edilizio ed il decorso del tempo. [D] Sull’ammissibilità o meno del ricorso che tende ad ottenere una pronuncia di principio che possa essere fatta valere con riferimento a successivi comportamenti dell'Amministrazione
[A] Sull’atto di avvio del procedimento ai sensi dell’art. 7 della l. 241 del 1990 negli atti di autotutela. [B] Sull’indennizzo che spetta al privato a fronte di validi atti di autotutela
Sulla possibilità o meno che l’autore di un esposto, con il quale si richiede l’adozione di un procedimento di autotutela su un immobile del vicino, divenga controinteressato nel procedimento
[A] Sulla sanzione alternativa pecuniaria, ex art. 38, comma 1, D.P.R. n. 380 del 2001, e sulla possibilità o meno che questa possa intendersi riferita anche alle costruzioni assentite mediante titoli abilitativi edilizi annullati per vizi sostanziali. [B] Sull’interpretazione dell’art. 138 della L. Reg. Toscana n. 1/2005 che diverge dall’art. 38 del Testo Unico sull’edilizia
Il mancato esercizio del potere di annullamento d’ufficio non può essere sindacato in sede giurisdizionale, spettando solamente all’Amministrazione ogni valutazione e considerazione del proprio provvedimento e degli interessi dei privati concorrenti e del loro affidamento
La posizione di colui che abbia realizzato l’opera sulla base di un titolo inizialmente assentito e dopo annullato non si differenzia dagli altri soggetti che hanno invece realizzato l’opera abusiva senza titolo
Sulla sussistenza o meno di un obbligo per l'Amministrazione di pronunciarsi su un'istanza volta ad ottenere un provvedimento in via di autotutela per l’annullamento di un atto illegittimo
[A] Ai fini del rilascio della concessione edilizia è necessaria una relazione qualificata a contenuto reale dell'istante con il bene, e cioè la qualità di proprietario, superficiario, affittuario di fondi rustici, usufruttuario dello stesso, anche se in formazione. [B] Sui termini di impugnazione del titolo edilizio. [C] Sulla discrezionalità che connata l’annullamento del permesso di costruire
[A] Sulla necessità o meno del titolo edilizio per l’attività di movimento terra. [B] Sui casi in cui è ammissibile la possibilità di una sanatoria parziale laddove, anche all’interno di un medesimo progetto unitario, possa riguardare opere distinte e strutturalmente autonome. [C] Sull’art. 27, comma 2, secondo capoverso, del d.p.r. 6 giugno 2001 n. 380, secondo il quale “qualora si tratti di aree assoggettate alla tutela di cui al regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, o appartenenti ai beni disciplinati dalla legge 16 giugno 1927, n. 1766, nonché delle aree di cui al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, il dirigente provvede alla demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi, previa comunicazione alle amministrazioni competenti le quali possono eventualmente intervenire, ai fini della demolizione, anche di propria iniziativa”. [D] Sulla possibilità o meno di acquisire al patrimonio un immobile realizzato in violazione di una zona di rispetto. [E] Sui presupposti per l’esercizio del potere di annullamento in autotutela del titolo edilizio. [F] Sui limiti alla possibilità da parte dell’autorità pubblica di imporre prescrizioni specifiche ad un progetto di edificazione o di sanatoria
Sull’annullamento del titolo edilizio in autotutela in seguito ad un'erronea rappresentazione (non importa se dolosa o colposa) dei fatti da parte del privato richiedente
Sul caso in cui intercorra un breve lasso temporale tra il rilascio del premesso di costruire e la comunicazione di avvio del procedimento di annullamento
In caso di annullamento in sede giurisdizionale di una concessione edilizia, considerata illegittima per vizio sostanziale, l’amministrazione non può ricorrere all’art. 38 d.p.r. 380/2001
Sul comportamento del Comune che ha utilizzato il potere di autoannullamento al fine di sanzionare la complessa operazione di speculazione immobiliare posta in essere dalle parti private
La valutazione comparativa degli interessi in gioco non può venir meno nell’ipotesi di annullamento del titolo edilizio contemplata dall’art. 39 del d.p.r. n. 380/2001
In sede di autotutela, l'Amministrazione non ha la possibilità di disporre l'annullamento parziale di un permesso di costruire volto alla realizzazione di un complesso immobiliare comprendente più corpi di fabbrica
[A] Sull’annullamento del permesso di costruire in seguito all’accertata violazione delle distanze legali. [B] Sull’annullamento parziale di un permesso di costruire riconosciuto illegittimo
L’annullamento parziale di un permesso di costruire riconosciuto illegittimo è da reputarsi ammissibile, solo allorquando le opere autorizzate siano scindibili in modo tale da poter essere oggetto di più distinti progetti e titoli abilitativi edilizi
Sulla valutazione del “termine ragionevole” per l’esercizio del potere di annullamento del permesso di costruire anche ai sensi dell’art. 138 della legge regionale toscana n. 1 del 2005
Tanto maggiore è il lasso di tempo trascorso tra l'avvio dell'attività e l'esercizio del potere di autotutela, maggiore deve, dunque, essere il grado di motivazione sulle ragioni di pubblico interesse
Sull’annullamento del titolo edilizio ex art. 98 l.r. Veneto n. 61/85, che l’organo competente può esercitare entro 10 anni dall’esecutività del provvedimento, ora ripreso, con portata generale, estesa all’intero territorio nazionale, dall’art. 38 del T.U. sull’edilizia
Sull’art. 138 della legge regionale toscana n. 1/2005 che disciplina l’annullamento del permesso di costruire e sui casi in cui l’amministrazione deve applicare la sanzione pecuniaria in luogo dell’ordine di restituzione in pristino
Sulla legittimità o meno del potere di autotutela esercitato dall’amministrazione dopo due anni dal rilascio del titolo autorizzatorio, mentre i lavori di ristrutturazione dell’immobile erano ancora in corso