[A] Sui presupposti in presenza dei quali opera il meccanismo del silenzio assenso sulle domande di condono edilizio. [B] La quantificazione egli oneri concessori va calcolata secondo le tabelle vigenti alla data di rilascio del condono o di presentazione della domanda?
Il margine d’incertezza relativo all’interpretazione delle riprese fotografiche di un’area in cui ricade un immobile preclude l’adozione di provvedimenti autoritativi in materia di abusivismo edilizio?
[A] In merito ai presupposti di operatività del silenzio assenso in materia di condono edilizio ai sensi dell'art. 35, Legge 47/1985 [B] In ordine alla disciplina applicabile per la determinazione degli importi dovuti a titolo di contributo concessorio in ipotesi di titolo edilizio postumo rilasciato a seguito di sanatoria
L’art. 9 comma 9 del D.L. 557/1993 è applicabile solo nel caso di immobili rurali oggetto di sanatoria ai sensi della L. 47/1985 o anche ai successivi condoni?
Quali sono le condizioni necessarie ai fini dell’ammissibilità del condono edilizio ai sensi dell’art. 32, commi 26 e 27, del D.L. 269/2003 in presenza di vincoli nell’area?
[A] Legittimo l'intervento di installazione di strutture prefabbricate e amovibili in sostituzione di altre oggetto di una istanza di condono ancora pendente? [B] Sul concetto di esigenza meramente temporanea atta ad escludere la sussistenza di un intervento di nuova costruzione. [C] Sulla possibilità di qualificare come opera precaria l'installazione stagionale di strutture prefabbricate ai sensi dell'art. 6, comma 1, lett. e-bis) del D.p.r. 380/2001 come modificato dal D.l. 16.7.2020, n. 76.
[A] In ordine ai presupposti di condabilità delle opere realizzate nelle aree sottoposte a vincoli ai sensi dell'art. 32 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269 (cd. terzo condono). [B] Sulla non riconducibilità della piscina (nel caso di specie di tipo prefabbricato) alla nozione di pertinenza urbanistica.
Sulle condizioni per la sanatoria delle opere abusive realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli (tra cui quello idrogeologico, ambientale e paesistico) ai sensi dell’art. 32, comma 27, lett. d), del D.L. 269/2003.
[A] Sulla natura dell'abbaino quale intervento di "parziale" nuova costruzione subordinata al rilascio del permesso di costruire. [B] In merito ai diversi orientamenti emersi con riferimento alla facoltà per gli strumenti urbanistici di dettare una disciplina più restrittiva nei confronti degli immobili condonati.
Sul concetto di "opere non ultimate" rispetto alle quali l'art. 43, comma 5 della L.R. 47/1985 estendeva, in presenza di ulteriori presupposti, la facoltà di ottenere la sanatoria.
[A] Sulla interpretazione dell'art. 35, comma 20 della Legge 47/1985 con riferimento alle ipotesi di rilascio del certificato di abitabilità o agibilità in deroga conseguente al rilascio del condono. [B] L'assenza dei presupposti per il rilascio del certificato di abitabilità o agibilità può legittimare il rigetto della domanda di condono edilizio?
[A] In merito alla peculiare interpretazione (fatta propria dal C.G.A.R.S.) concernente la natura alternativa e non cumulativa dei limiti di ampliamento del 30% e di 750 mc prescritti dall'art. 32, comma 25, del D.L. 269/2003. [B] Sulla possibilità di condonare opere realizzate in difformità delle distanze prescritte ex art. 9 del D.M. 1444/1968.
L’ambito del divieto imposto dall’art. 96, lett. f), del R.D. 523/1904 è esteso a qualunque manufatto o volume collocato a meno di dieci metri dalla sponda del fiume?
Se, in tema di abusi edilizi su beni ambientali, il certificato di compatibilità paesaggistica “condizionato” sia in contrasto con la ratio della legge che collega il condono alla già avvenuta esecuzione delle opere ed alla compatibilità paesaggistica delle opere già eseguite.
Se l’interessato in pendenza del procedimento di condono sia legittimato ad eseguire, a determinate condizioni, le opere di completamento su di un manufatto abusivo. Sulla procedura prevista dall’art. 35 della L. 47/1985.
Se la valutazione di compatibilità paesaggistica postuma di cui all’art. 32 L. n. 47/85 debba considerare attentamente anche il lasso di tempo intercorso rispetto alla realizzazione dell’abuso al fine di apprezzare le eventuali modifiche del contesto paesaggistico-territoriale di riferimento, medio tempore intervenute.
L’istituto del preavviso di rigetto di cui all’art. 10 bis della 241/1990 trova applicazione anche nei procedimenti di sanatoria o di condono edilizio? Quali sono le conseguenze del provvedimento di diniego e dell’ordine demolitorio che non siano stati preceduti dall’invio della comunicazione di preavviso di rigetto?
Il mancato versamento della seconda rata della oblazione comporta automaticamente il rigetto della domanda di condono edilizioai sensi della L. 28 febbraio 1985, n. 47?
Se in tema di condono edilizio sia possibile scindere la costruzione tra i vari elementi che la compongono ai fini della sanatoria di singole porzioni di essa.
In ordine alla rilevanza della completezza della domanda ai fini della decorrenza del termine per la formazione del silenzio assenso ex art. 32, comma 36, del d.l 30 settembre 2003, n. 296 ed ex art. 38, comma 2, della legge 28 febbraio 1985, n. 47.
Sulla necessità di ottenere, ai fini dell’istanza di condono ex art. 32 legge 47/1985, il parere dell’autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico anche se concernente opere realizzate prima dell’imposizione del vincolo medesimo.
Se l’incontestata titolarità di un ente pubblico di un immobile si configuri quale fattispecie ostativa o meno alla presentazione dell’istanza di condono edilizio.
Sulla posizione dell’Amministrazione di fronte al mancato soddisfacimento, da parte del richiedente il condono, dell’onere della prova circa l’ultimazione dei lavori.
Qual è la normativa che disciplina il procedimento di rilascio della autorizzazione da parte della Soprintendenza nel caso di realizzazione di un abuso in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico?
Se l’omessa notifica degli atti sanzionatori in materia edilizia a tutti i comproprietari determini l’inefficacia del provvedimento nei confronti di tutti i soggetti comproprietari.
Se la per l’acquisizione automatica, in favore del Comune, di un immobile abusivo realizzato negli anni ’30 si configuri come necessaria l’identità tra il contenuto dell’ordinanza di demolizione e quello dell’atto di acquisizione.
Sull’esatta perimetrazione del concetto di “edificio ultimato” ai sensi dell’art. 31 della L. 47/1985, applicabile nell’ambito delle domande di condono edilizio.
Sul diverso rapporto dell’istituto dell'accertamento di conformità e della sanatoria prevista dalla legislazione condonistica “straordinaria” con l’ordinanza di demolizione o altri atti sanzionatori relativi all'intervento abusivo di cui si chiede la regolarizzazione.
[A] Se trovi applicazione il regime della pertinenza urbanistica nel caso in cui il manufatto del quale si invochi la natura pertinenziale sia posto a servizio di un’opera abusiva.
[B] Se le ulteriori opere eseguite su un immobile dopo la presentazione dell’istanza di condono, ancorché riconducibili alle categorie della manutenzione straordinaria, del restauro e/o del risanamento conservativo, della ristrutturazione edilizia o della realizzazione di opere costituenti pertinenze urbanistiche, debbano ritenersi abusive.
Se ai fini del rilascio della concessione edilizia in sanatoria (ordinaria o straordinaria) per opere ricadenti in zone sottoposte a vincolo, il parere previsto dall’art. 32 della L. 28 febbraio 1985 n. 47 dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo sia necessario anche per le opere eseguite prima che il vincolo sia stato apposto.
In ordine alle condizioni in presenza delle quali è ammissibile la sanatoria di opere abusive realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli (tra cui quello idreologico, ambientale e paesistico).
Sulle specifiche condizioni necessarie ai fini del condono delle opere abusive realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli (tra cui quello idrogeologico, ambientale e paesistico), ai sensi dell’art. 32, comma 27, lettera d), del D.L. n. 269 del 2003.
L’esercizio del potere repressivo può ritenersi inibito dagli effetti interdittivi rinvenienti dalla legislazione condonistica anche ad opere successive rispetto a quelle per cui pende il procedimento di sanatoria?
Se il diritto all’abitazione possa rendere illegittimo un ordine di demolizione degli abusi per contrasto con il diritto al rispetto della vita privata e familiare e del domicilio di cui all’art. 8 CEDU
Se l’orientamento giurisprudenziale per il quale, in presenza di un abuso di data risalente sarebbe necessario ostendere una motivazione rafforzata sull’interesse pubblico attuale e concreto alla irrogazione della sanzione, sia da considerarsi oggi superato.
[A] Se l’accertamento di compatibilità paesaggistica ai sensi dell’art. 1, commi 37 e 39, della legge n. 308/2004, degli interventi edilizi abbia effetti ulteriori rispetto a quello di far venir meno i reati paesaggistici.
[B] Sulla possibilità di condono in merito agli abusi c.d. “maggiori”, cioè quelli ascrivibili alle Tipologie 1, 2 e 3, realizzati in zone assoggettate a vincoli comportanti inedificabilità assoluta o relativa.
Sulla definizione da parte dell’Amministrazione delle domande di condono edilizio e sulla possibilità di richiedere documentazione integrativa al soggetto istante.
Al ricorrere di quali condizioni possono essere sanate quelle opere che hanno comportato la realizzazione di nuove superfici e nuova volumetria in zona assoggettata a vincolo paesaggistico, secondo la normativa che ha introdotto il c.d. terzo condono?
La copertura, ancorché precaria, di un edificio ad uso residenziale, consente di ritenere raggiunta la finalità propria della destinazione d’uso dell’immobile, ai fini della ammissibilità della domanda di condono?
La mancata presentazione dell'istanza di condono entro i termini di legge è surrogabile con il tempestivo versamento della prima rata dell'oblazione e degli oneri concessori?
La non fedele rappresentazione dello stato di fatto all'atto della richiesta di rilascio della concessione edilizia vale a generare in capo al privato un affidamento meritevole di tutela?
L’avvenuto conseguimento del titolo edilizio a seguito di condono come incide sulla esecuzione dell’ordine di demolizione contenuto nella sentenza penale?
Il provvedimento di diniego di condono edilizio può essere contestato come illegittimo per eccesso di potere sotto il profilo della disparità di trattamento?
Come si coordina la disciplina del c.d. terzo condono introdotta dal D.L. 269 del 2003 con la legge toscana n. 53 del 2004, ai fini della ammissibilità della domanda di condono?
Per la presentazione della domanda di condono relativa agli abusi edilizi realizzati su beni condominiali è sempre necessario il consenso degli altri comproprietari?
Quali sono le condizioni che, cumulativamente, devono sussistere per l’accesso al condono edilizio, ai sensi della Legge della Regione Toscana 20 ottobre 2004, n. 53?
Con riferimento al c.d. terzo condono edilizio (D.L. 269/2003), la presentazione della domanda sospende il procedimento per l'applicazione di sanzioni amministrative?
L’incremento volumetrico – limite massimo dell’ampliamento sanabile – non deve superare il 20% (ai sensi dell'articolo 2, comma 1, L.R. Lombardia n. 31/2004; il 30%, ai sensi dell’articolo 32, comma 25, D.L. 269/2003) delle dimensioni del fabbricato condominiale originario o dell’appartamento che è stato ampliato?
Esiste un obbligo discendente dalla legge 47 del 1985, tale per cui le amministrazioni sono tenute a contemplare all'interno delle varianti generali gli insediamenti abusivi?
Su chi grava l’onere della prova in ordine alla data di realizzazione dell’opera edilizia, ai fini del condono, nonché per potere escludere la necessità del titolo edilizio?
La circostanza che l’opera da condonare rispettasse la normativa al momento della sua realizzazione senza autorizzazione è sufficiente affinché il titolo in sanatorio possa essere assentito?
La realizzazione di interventi edilizi non previamente autorizzati sui beni che formano oggetto dell’istanza di condono osta al positivo esito del procedimento?
Sulla corretta interpretazione dell’art. 35, comma 14 della Legge 47 del 1985 circa lo svolgimento della attività edilizia successiva alla presentazione della domanda di condono.
In materia di condono edilizio, la misurazione del volume deve essere effettuata avuto riguardo all’altezza utile interna dei locali, senza quindi tener conto delle controsoffittature interne?
[A]La sanzione ambientale di cui all’art. 167 del D.lgs 42 del 2004 è annoverabile fra gli adempimenti previsti ai fini della ammissibilità della domanda di condono?
[B] L’irrogazione della sanzione ambientale di cui all’art. 167 del D.lgs 42 del 2004 presuppone l’accertamento di un danno ambientale?
[C] La sanzione ambientale può concorrere con altre sanzioni previste dall’ordinamento?
Sulla nozione di criterio strutturale e funzionale utilizzato nell’indagine istruttoria compiuta dall’Amministrazione per la verifica del requisito dell'ultimazione dei lavori, ai fini del rilascio del condono.
È rilevante la distinzione tra opere soggette a concessione ed opere soggette ad autorizzazione, ai fini della applicazione della sanzione demolitoria?
In quali casi, secondo la disciplina che ha introdotto il c.d. terzo condono, le opere abusivamente realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli sono sanabili?
I requisiti di condonabilità (terzo condono) dell’ampliamento del manufatto non superiore al 30 per cento della volumetria della costruzione originaria o, in alternativa, superiore a 750 metri cubi, devono essere interpretati disgiuntamente oppure congiuntamente?
[A]Sulle condizioni legittimanti il condono di opere realizzare in aree vincolate e [B] sull’onere della prova relativo alla data di ultimazione dei lavori.
Gli interventi eseguiti sugli immobili ricadenti in zone sottoposte a vincolo paesaggistico che comportino il mutamento della sagoma come devono essere classificati secondo la normativa nazionale succedutasi nel tempo fino ad oggi?
È legittimo il provvedimento di revoca delle agevolazioni concesse ai sensi della legge 488 del 1992 (agevolazioni in favore delle attività produttive nelle aree depresse del paese) perché l’immobile interessato è stato giudicato abusivo per via della pendenza di una domanda di condono?
È legittima la motivazione del provvedimento di diniego della domanda di condono data, in un primo momento, con riferimento alla sottoposizione dell’area a vincolo paesaggistico ed idrogeologico ed alle norme violate e, successivamente, integrata?
[A] Qual è il destino delle ingiunzioni di demolizioni precedenti alla domanda di condono? [B] Quali sono le situazioni incompatibili con la presentazione della domanda di condono?
Il rigetto automatico dell’istanza di condono motivato dalla sussistenza di un vincolo paesaggistico è legittimo anche se l’opera è stata realizzata nella zona di cui alla lettera B del D.M. n. 1444/1968?
È possibile sostenere che il diritto di credito del Comune avente ad oggetto gli importi dovuti a titolo di oblazione e di contributo di costruzione si prescriva nell’ordinario termine decennale? L’eventuale prescrizione può incidere sulla formazione del silenzio assenso dell’istanza di condono?
Come si riflette la non corretta acquisizione da parte del Comune del parere di compatibilità paesaggistica presso la Soprintendenza sul diniego di condono?
Il decorso del termine di ventiquattro mesi di cui all’art. 32, comma 37 del D.L. 269/2003 è sufficiente per la formazione del silenzio assenso sulla domanda di condono?
L’obbligo di acquisire il parere dell’autorità preposta al vincolo in sede di rilascio dell’autorizzazione in sanatoria, ai sensi dell’art. 32 della legge n. 47 del 1985, deve ritenersi sussistente anche per opere eseguite prima dell’apposizione del vincolo di cui trattasi?
Come deve essere effettuata la valutazione dell'eventuale superamento del limite massimo di cubatura condonabile di cui all'art. 32, comma 25, del d.l. 269/2003?
Al fine di verificare l’effettiva tutela del bene protetto, può sostenersi che la compatibilità dell’opera da condonare rispetto al regime di salvaguardia garantito dal vincolo, debba essere valutata con riferimento alla data dell’esame della domanda di sanatoria?
I locali non rispondenti ai requisiti di altezza minima prescritti dalla normativa vigente possono essere oggetto di sanatoria mediante accertamento di conformità ex art.13 l.47/85?
Sul condono edilizio disciplinato dalla L. 24 novembre 1994, n. 724: è possibile la sanabilità di singole porzioni di immobile consistenti in autonome entità abitative?
E' corretto sostenere che l'Amministrazione, nell'espletamento dell'istruttoria relativa all'epoca della edificazione, debba fornire, quale condizione di legittimità per l'irrogazione della sanzione, (anche) prova certa dell'epoca di realizzazione dell'abuso?
Cosa accade allorché la domanda di condono presenti inesattezze ed omissioni tali da configurare un'opera completamente diversa per dimensione, natura e modalità dell'abuso dall'esistente?
E' possibile sostenere che l'amministrazione sia in grado di accertare la situazione edilizia di tutto il proprio territorio alla data indicata dalla normativa sul condono?
E' possibile sostenere che il provvedimento di diniego di condono edilizio sia sufficientemente motivato con il semplice richiamo per relationem al parere della Commissione Edilizia?
E' possibile affermare che solo in caso di vincolo istituito anteriormente all’epoca di realizzazione dell’abuso è necessario acquisire il parere ex art. 32 della l. n. 47/1985 in ordine alla compatibilità paesaggistica dell’opera?
Può considerarsi legittima l’ordinanza di demolizione di opere interne (nel caso di specie, un angolo cottura con relativo rivestimento in piastrelle, completamento del bagno con posa in opera dei sanitari, posa di pavimentazione ed installazione di portoncino ed infissi esterni) al piano rialzato e seminterrato di un immobile oggetto di una precedente e non ancora esaminata domanda di condono?
Il giudizio di compatibilità paesaggistica espresso dall'Amministrazione preposta alla tutela del vincolo può essere censurato per la semplice ragione che lo stesso abbia assunto segno opposto rispetto a quello espresso in relazione ad altro abuso insistente sul medesimo lotto?
Se è vero che il soggetto diverso dal proprietario, comunque interessato alla rimozione degli abusi, è legittimato a richiedere la concessione in sanatoria, è possibile anche sostenere che il conseguente provvedimento possa essere rilasciato dall’amministrazione in mancanza di un assenso alle opere rilasciato dal proprietario dell’immobile?
In ordine alla prova di ultimazione delle opere abusive in data utile per fruire del condono edilizio, che rilevanza può assumere la dichiarazione sostitutiva di atto notorio?
In quali ipotesi la mancata esecuzione di un sopralluogo presso i manufatti abusivi da parte della Soprintendenza può inficiare la legittimità del provvedimento di diniego di condono edilizio?
Come deve comportarsi l’amministrazione competente ad esaminare l’istanza di condono proposta ai sensi della L. n. 47/1985 in caso di sopravvenienza di un vincolo di protezione?
Che rilevanza assume il rilascio del condono edilizio in relazione ai diritti dei terzi che assumano di essere danneggiati dalla realizzazione del manufatto?
Il coinvolgimento della Soprintendenza è necessario anche in quelle ipotesi in cui l'immobile oggetto di istanza di sanatoria sia preesistente rispetto all’imposizione del vincolo paesaggistico?
Sulle distanze dal confine stradale: la locuzione "fuori dei centri abitati" di cui all'articolo 26 del d.P.R. n. 495 del 1992, si riferisce alla collocazione delle «proprietà stradali» ovvero alla collocazione delle costruzioni?
Sul condono edilizio: a chi spetta l’onere di provare la sussistenza dei presupposti e requisiti normativamente previsti ed in particolare la data di ultimazione dei lavori?
[A] Il condono edilizio di opere abusivamente realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli è applicabile esclusivamente agli interventi di minore rilevanza indicati ai numeri 4, 5 e 6 dell'allegato 1 della legge n. 326 del 2003? [B] Clare loqui e illegittimità dell'ordinanza di demolizione.
Sulla prescrizione del diritto dell’amministrazione comunale al pagamento del conguaglio dovuto a titolo di oblazione per l'accoglimento espresso della domanda di condono.
Può ritenersi legittimo il diniego di condono, ex art. 32 d.l. 30 settembre 2003, n. 269, non preceduto dalla comunicazione all'interessato dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza?
Quali sono i documenti da produrre al momento della presentazione dell’istanza di condono? Che rilevanza assume in proposito la volontà contraria del proprietario?
[A] Il provvedimento di diniego di sanatoria deve essere preceduto dai motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza, ai sensi dell’art. 10 bis l. n. 241 del 1990? [B] E' possibile procedere al condono senza il consenso (o addirittura contro) la volontà del proprietario del bene oggetto del procedimento di sanatoria?
Sul perfezionamento della fattispecie di silenzio-assenso sulla domanda di condono edilizio: che rilevanza assume in tal senso la prova dell'eseguito versamento dell'oblazione?
[A] La previsione dei vincoli di inedificabilità assoluta di cui all'art. 33 della legge n. 47/1985 comprende anche quelli posti dallo strumento urbanistico in funzione della tutela di interessi storici, artistici, architettonici, archeologici, paesaggistici, ambientali e idrogeologici, ricognitivi di qualità intrinseche dell'area? [B] Che rilevanza assume ai fini della sanabilità dell'opera che l'area ricada nella fascia di rispetto relativa ad un cimitero già esistente ovvero alla localizzazione di un nuovo cimitero o al previsto ampliamento di uno preesistente?
Sulla possibilità o meno di una sostanziale modifica della domanda di condono: è possibile presentare una domanda classificando la violazione nella categoria finanziariamente più favorevole, per poi modificare l’allegazione una volta che il comune abbia eccepito qualcosa al riguardo?
Per la formazione del silenzio assenso sull’istanza di condono edilizio è necessario che ricorrano i requisiti dell'avvenuto pagamento dell'oblazione dovuta e degli oneri di concessione e dell'avvenuto deposito di tutta la documentazione prevista per l'istanza?
Sulla previsione massima di cubatura di 750 mc riguardante la singola richiesta di condono: come deve comportarsi l'Amministrazione in presenza di più istanze provenienti da un unico soggetto legittimato?
In presenza del provvedimento tacito di accoglimento della richiesta di condono edilizio, entro quanto l'Amministrazione può richiedere oneri di urbanizzazione e costo di costruzione?
Sul titolo che legittima il detentore a presentare un'istanza di condono: cosa deve fare l'amministrazione nel momento in cui il proprietario manifesta il suo dissenso alla sanatoria delle opere eseguite?
Sull'onere della prova circa l'ultimazione dei lavori entro la data utile per ottenere il condono: il privato può limitarsi a fornire un principio di prova ed una ricostruzione verosimile dei fatti?
E' corretto affermare che qualsiasi vincolo, assoluto o relativo o temporaneo, antecedente alla data di realizzazione delle opere abusive inibisce il condono straordinario?
Sull'onere della prova circa l'ultimazione delle opere abusive entro la data prescritta per il condono: quale rilevanza possono assumere le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà?
Il silenzio-assenso ex art. 35 della legge n. 47/1985 si forma anche nel caso in cui non sia versata in atti la rappresentazione fotografica dell’immobile abusivo?
Ai fini della formazione del titolo abilitativo tacito per effetto del silenzio assenso è necessario che la domanda sia in grado di comprovare che ricorrano tutte le condizioni previste per il suo accoglimento, inclusa la tempestiva ultimazione dell’opera abusiva o è, al contrario, sufficiente la completezza della documentazione prevista a corredo dell’istanza e l’avvenuto pagamento dell’oblazione e degli oneri concessori?
Al ricorrere di quali condizioni le opere abusivamente realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli possono essere sanate ex art. 32, comma 27, lett. d), D.L. n. 269 del 2003?
Il momento della decorrenza del vincolo paesaggistico deve essere individuato nella data di pubblicazione in G.U del decreto di vincolo ovvero in quella di pubblicazione della proposta formulata dalla competente Commissione provinciale?
[A] Possono ritenersi legittimi i provvedimenti sanzionatori/monitori/ripristinatori adottati dalla P.A. in epoca successiva all'avvenuta presentazione della domanda di condono? [B] Quali effetti produce la presentazione di un'istanza di condono edilizio successivamente alla notifica dell'ordinanza di demolizione?
L’istituto del condono può essere applicato laddove l’abuso sia stato realizzato dal singolo condomino su aree comuni in assenza di adeguati elementi di prova circa la volontà degli altri comproprietari?
Sull'art. 32, comma 27, lett. d), D.L. n. 269 del 2003: quali sono le condizioni che la giurisprudenza (amminstrativa e penale) ritiene necessarie ai fini dell'applicabilità del condono edilizio?
Da quando inizia a decorrere il termine prescrizionale relativo al pagamento degli oneri concessori correlati alla pratica di condono edilizio? che rilevanza assume in tal senso la predisposizione del computo metrico estimativo relativo alle opere condonate?
In materia di condono, sui reciproci limiti della potestà legislativa statale e regionale, con particolare attenzione all’art. 5, comma 5, della L.R. n. 53/2004: quello del silenzio assenso è principio fondamentale dell’ordinamento?
Sulla rilevanza probatoria da annettersi alle dichiarazioni rese dal privato in ordine alla realizzazione del manufatto in epoca antecedente al 1967. Che rilevanza può assumere la dichiarazione sostitutiva di notorietà dell'intervenuta ultimazione delle opere in una determinata data?
Nei procedimenti di condono di manufatti abusivi devono applicarsi i termini di cui ai commi 8 e 9 dell’art. 146 del D.Lgs. 42/2004 ovvero quelli di cui all’art. 32 della L. n. 47/1985? Il procedimento di condono di opere edilizie deve essere qualificato come istanza diretta al rilascio di un’autorizzazione paesaggistica o deve invece essere sussunto nel procedimento di condono di cui alla L. n. 47/1985? Che rilevanza assume la risposta al precedente quesito rispetto all’Amministrazione preposta a tutela del vincolo paesaggistico e al parere di compatibilità?
A quale giudice appartiene la giurisdizione circa i provvedimenti di diniego di condono edilizio adottati in ragione dell'ubicazione degli immobili in prossimità degli argini dei corsi d'acqua demaniali?
[A] Ai fini della condonabilità delle opere che rilevanza assume la dichiarazione sostitutiva di notorietà dell'intervenuta ultimazione delle stesse entro la data di scadenza? [B] Ancora con riguardo al condono edilizio, la data di acquisto dei materiali edili, comprovata dalle fatture, può costituire elemento decisivo per dimostrare che l'opera sia stata ultimata entro una certa data?
Cosa accade allorché in sede di decisione di un ricorso proposto avverso ordini di demolizione sia presentata domanda per conseguire il condono edilizio?
Sulla procedimentalizzazione della dinamica amministrativa del condono introdotto dall’art. 32 del d.l. n. 269/2003: trascorsi circa otto anni dalla data nella quale il privato ha introdotto le domande di condono ai sensi della l.n. 326/2003, senza che nel frattempo il Comune abbia formulato rilievi critici formali ed espressi in ordine alle innovazioni apportate dallo stesso, è possibile ritenere corretto il comportamento dell’ente locale che, in fine, si esprimanel senso della non sanabilità dell’immutazione edilizia (i.e., mero cambio di destinazione d’uso dei locali, da non abitativo ad abitativo)? Il fatto che il Comune abbia chiesto al privato integrazioni documentali a fini istruttori è sufficiente a far ritenere che l’ente locale abbia validamente tenuta “aperta” la pratica di condono nel corso degli anni?
[A] Cosa deve fare il comune adito per il rilascio di un titolo edilizio allorché sussista un dissidio fra proprietari perché le opere di cui si chiede il condono incidono sul diritto di alcuni di essi? [B] L’istituto del condono può ritenersi applicabile alle ipotesi in cui l'abuso sia realizzato dal singolo condomino su aree comuni in assenza di elementi di prova circa la volontà degli altri comproprietari?
Ai fini del rilascio del condono, che rilevanza assume la circostanza che sul fabbricato sia stato apposto un vincolo dopo l’originaria richiesta di sanatoria presentata dal precedente proprietario dell’immobile? A quale momento deve essere riferita la pronuncia da parte dell’Autorità preposta alla tutela di tale vincolo?
L’art. 3 del DM del 5 luglio 1975 che prevede che l'alloggio monostanza, per una persona, deve avere una superficie minima, comprensiva dei servizi, non inferiore a mq. 28, e non inferiore a mq. 38, se per due persone, può essere considerata derogabile in considerazione di quanto previsto dall’art. 35 comma 20, della L. 47/85?
Che rilievo assume ai fini del conseguimento della concessione in sanatoria per silenzio-assenso l’inottemperanza alla richiesta di integrazione documentale formulata dalla pubblica amministrazione?
Ai fini del rilascio della concessione in sanatoria c.d. straordinaria (o condono), il parere della Commissione Edilizia è obbligatorio? Se sì, in quali casi?
Per accedere ai benefici del condono straordinario di cui alla legge n. 47/85 è necessario che il manufatto abusivo abbia raggiunto la funzionalità propria della destinazione d’uso per la quale è stato chiesto il condono?
[A] A chi spetta la giurisdizione sulla controversia attinente alla spettanza e liquidazione del contributo per gli oneri di urbanizzazione? [B] Il mancato tempestivo deposito presso gli Uffici comunali delle denunce I.C.I. e T.A.R.S.U. impedisce che sulla domanda di condono possa maturare il silenzio-assenso?
Per il rilascio della concessione in sanatoria c.d. straordinaria (o condono), il parere della Commissione Edilizia deve essere considerato obbligatorio o facoltativo?
Il contratto preliminare avente ad oggetto un immobile realizzato in assenza di concessione edilizia, può generare la legittimazione del promissario acquirente alla presentazione dell’istanza di condono ai sensi dell’art. 39, comma 1, della legge 724/94?
Sull'annullamento delle acquisizioni al patrimonio comunale delle opere abusive e della relativa area di sedime: il condono è precluso dal provvedimento di acquisizione dell'immobile abusivo al patrimonio del Comune?
[A] Il condono dell’abuso edilizio fa venir meno la potestà sanzionatoria per la diversa violazione paesaggistica? [B] Sul “dies a quo” del termine di prescrizione quinquennale (ex art. 28 primo comma della Legge 24 Novembre 1981 n° 689) per l’irrogazione della sanzione pecuniaria prevista dall’art. 167 del Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004 n° 42 e ss.mm. per le opere abusivamente realizzate in zona sottoposta a vincolo paesaggistico.
[A] Sulla natura del vincolo d'inedificabilità gravante sulla fascia di rispetto stradale e sulla possibilità o meno di sanare gli abusi successivi alla sua imposizione. [B] Quand’è che una domanda di condono può essere qualificata come dolosamente infedele?
Sulla discrezionalità di cui l'Amministrazione dispone per le scelte sulle destinazioni dei suoli: che rilevanza piò assumere in proposito la circostanza che l’immobile interessato abbia formato oggetto di sanatoria edilizia straordinaria ex lege n. 724/1994?
[A] Su chi grava l’onere della prova dell’ultimazione dei lavori entro la data utile per ottenere il condono? [B] Con la cd. "sanatoria" si sana (e si riconduce a legalità) la mera attività di trasformazione ovvero il risultato finale di essa (costituito da un manufatto edilizio con specifiche caratteristiche di destinazione e di uso)?
È possibile sostenere che, a fronte dell’abusività delle opere realizzate, l’imposizione degli oneri concessori - operata nei confronti del ricorrente a fronte di una domanda di condono divenuta improcedibile - sia comunque legittima ancorché non correlata al condono?
Ai fini della prova dell’ultimazione dei lavori entro la data utile per ottenere il condono, quale documentazione si può fornire? Può ritenersi sufficiente la sola allegazione della dichiarazione sostitutiva di atto notorio?
In presenza del sopravvenuto provvedimento di rigetto della domanda di condono, il trasgressore ha comunque diritto all’assegnazione di un nuovo termine entro il quale poter spontaneamente ottemperare all’ordine di demolizione?
In presenza di dichiarazione sostitutiva di atto notorio presentata dall'interessato, l'Amministrazione può legittimamente respingere la domanda di condono edilizio?
La presentazione della domanda di condono edilizio comporta sempre il venir meno dell'interesse alla decisione sul ricorso avverso l'ordinanza di demolizione dell'abuso edilizio?
Le questioni relative alla natura assoluta o relativa, ai fini del condono edilizio, del divieto di cui all’art. 96 r.d. n. 523 del 1904 rientrano nella giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di cui all’art. 143 del r.d. n. 1775 del 1933?
[A] In quali casi può ritenersi che la destinazione a zona agricola consenta l’edificazione a fini residenziali? [B] Sulle condizioni in presenza delle quali è ammesso il condono nelle zone vincolate
[A] Sul superamento del limite all’operatività del condono di 750 mc previsto dall’art. 39 della legge n. 724 del 1994. [B] Sulle fattispecie in cui non sussistono oggettivamente ragionevoli motivi che possano legittimare l'interessato ad una impugnazione differita dei titoli edilizi alla fine dei relativi lavori: qual è il punto di equilibrio tra la tutela garantita in sede giurisdizionale agli interessi del vicino e l'interesse del titolare del permesso di costruire a che l'esercizio di detta tutela venga attivato senza indugio e non irragionevolmente o colposamente differito nel tempo?
Che rilievo assume la sopravvenienza di un vincolo di inedificabilità relativa o di inedificabilità assoluta sul procedimento di esame della domanda di condono?
[A] Sull’ambito di applicazione dell’art. 32, comma 27, lett. d) del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326. [B] Può considerarsi legittimo il diniego di condono edilizio straordinario, ex art. 32 del d.l. n. 269 del 2003, non preceduto dalla comunicazione all'interessato dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza?
Può la dichiarazione di disconoscimento della propria sottoscrizione, accompagnata da denuncia penale, essere considerata un fatto sufficiente ad escludere il nesso di imputabilità soggettiva dell'istanza di condono?
Per l’ipotesi di intervenuto diniego definitivo di condono, a quale giurisdizione appartengono le controversie inerenti la restituzione dell’oblazione?
Precisazioni sul principio giurisprudenziale secondo il quale il condono non può essere concesso se nelle more della conclusione del procedimento l’immobile oggetto di sanatoria viene trasformato in modo tale da renderlo totalmente diverso da quello a suo tempo realizzato. Che rilevanza assume il suddetto principio ai fini del rilascio del parere paesaggistico?
[A] Sulla possibilità o meno di configurare il “silenzio assenso in caso di abusi edilizi commessi su aree soggette a vincolo”. [B] Sulla ammissibilità o meno di ipotesi di condono privi di “limiti quantitativi” di carattere assoluto.
La preesistente condizione di abusività (integrale) del manufatto all’interno del quale è stato compiuto l’ulteriore abuso e per il quale è pendente domanda di condono rende impraticabile la strada della SCIA o della DIA per opere di ristrutturazione edilizia successive?
[A] Sugli atti tipici di gestione; in particolare sulla competenza relativa all’adozione dei provvedimenti di demolizione e di diniego di condono edilizio. [B] Sulle opere abusive che insistono su zona paesaggisticamente vincolata: in tali ipotesi la prevalenza dell’interesse pubblico sull’interesse privato deve considerarsi in re ipsa, così escludendo qualsiasi spazio applicativo dei peculiari principi in base ai quali la giurisprudenza amministrativa ha individuato alcune posizioni di affidamento tutelabile?
Come si atteggia l’effetto interdittivo conseguente alla presentazione dell’istanza di condono rispetto all’esercizio del potere repressivo sugli abusi ulteriori e diversi da quelli per cui risulta chiesta la sanatoria, ma ad essi comunque connessi?
[A] Sull’art. 32 comma 27, lett. d), d.l. n. 269 del 2003 e sui vincoli imposti a tutela degli interessi idrogeologici e delle falde acquifere, dei beni ambientali e paesistici. [B] Sui Piani territoriali paesistici. [C] Sulla necessità di acquisizione del parere della Commissione edilizia comunale o della Commissione edilizia integrata. [D] Ancora sull’ambito operativo della disposizione di cui all’art. 32 comma 27, lett. d), d.l. n. 269 del 2003
Sulla rilevanza che assume l’incompletezza della documentazione a corredo della domanda di condono ai fini della formazione del titolo abilitativo per silentium
La richiesta di riduzione dell'oblazione per disponibilità alla stipula della convenzione o dell’atto unilaterale d’obbligo ex artt. 7 e 8 della Legge n° 10/77 integra una inammissibile modifica sostanziale della domanda di condono?
Sull’individuazione del momento iniziale di decorrenza del termine di trentasei mesi previsto per la prescrizione del diritto al rimborso della parte dell’oblazione versata in eccedenza
[A] Ai fini dell’adozione del provvedimento conclusivo di un’istanza di sanatoria occorre acquisire il parere della Commissione edilizia comunale? [B] Sul deficit motivazionale del diniego dell’istanza di condono: il richiamo ad un generico contrasto dell'opera con leggi o regolamenti in materia edilizia basta ad assolvere l’onere motivazionale?
Sulla nozione di edifici “ultimati” ai fini del condono edilizio: che rilevanza può assumere la circostanza secondo cui la copertura del manufatto recherebbe “una piccola apertura, da munire di botola, per consentire l’accesso alla superficie soprastante”?
Sulla rilevanza che, ai fini del condono, assume la differenza tra vincoli preesistenti alla realizzazione dell’opera e vincoli sopravvenuti: il nulla osta ex art. 32 l. n. 47/1985 deve tener conto sia dei vincoli originari che di quelli sopravvenuti rispetto all'epoca dell'abuso?
Sulla disciplina del condono edilizio di tipo straordinario: in tale materia, può risultare illogico (e dunque costituzionalmente illegittimo) che, a salvaguardia dei primari valori della tutela dei beni ambientali e paesaggistici di cui all'art. 9 della Costituzione, siano assoggetti ad un diverso regime gli immobili ricompresi o meno in aree assoggettate a vincolo paesaggistico?
Sul condono edilizio di cui alla legge 724/1994: in particolare sulla estensione applicativa del limite volumetrico di 750 metri cubi previsto dall'art. 39
[A] Sulla legittimazione del condominio confinante a sollecitare la definizione della domanda di condono relativa ad opere sul fondo limitrofo entro i termini previsti dalla legge. [B] Sull'obbligo della pubblica amministrazione di provvedere su un'istanza, con particolare riferimento alle attività urbanistico - edilizie
[A] Sulla legittimazione del condominio confinante a sollecitare la definizione della domanda di condono relativa ad opere sul fondo limitrofo entro i termini previsti dalla legge. [B] Sull'obbligo della pubblica amministrazione di provvedere su un'istanza, con particolare riferimento alle attività urbanistico - edilizie
La presentazione di una domanda di condono edilizio entro il termine di legge preclude, ai sensi degli artt. 38 e 44, della l. n. 47 del 1985, l'adozione di provvedimenti repressivi dell'abuso edilizio
[A] Sui rapporti intercorrenti tra condono edilizio e procedimento di autorizzazione in deroga alla fascia di rispetto ferroviaria. [B] Può il fatto compiuto dell’avvenuta realizzazione abusiva costituire idonea ragione per una valutazione positiva della istanza di autorizzazione in deroga?
Opere residenziali e non residenziali: sull’applicabilità, o meno, del limite volumetrico di 750 metri cubi previsto dall'art. 39, comma 1, legge 724/1994, ad entrambe le tipologie di opere
In generale sulla convalida del provvedimento amministrativo; in particolare sulla possibilità o meno di procedere alla convalida del provvedimento di diniego di condono affetto da un difetto di motivazione
Abusi “maggiori” ed abusi “minori” nel D.L. 269/03: superamento dell’orientamento elaborato dalla Cassazione sulla sanatoria ex art. 32 D.L. 269/03 delle opere realizzate in zona vincolata
Sul rilievo che l’omessa valutazione dell’estrema vicinanza dell’immobile alla costa assume ai fini dell’annullamento da parte della Soprintendenza del parere favorevole comunale su condono edilizio in area vincolata
Sui rapporti tra il procedimento di condono edilizio e quello di accertamento di conformità urbanistica: applicabilità o meno della sospensione dei procedimenti sanzionatori
[A] Sul completamento di manufatti in pendenza di definizione di istanze di condono edilizio. [B] Sugli ulteriori interventi realizzati su manufatti abusivi non sanati né condonati
Sul combinato disposto dell'art. 32 l. 28 febbraio 1985 n. 47 e dell'art. 32, comma 27, lett. d), d.l. 30 settembre 2003, n. 269, con particolare riferimento al condono dell’abuso di tipologia 1
Sugli interventi ulteriori (sia pure riconducibili, nella loro oggettività, alle categorie della manutenzione straordinaria, del restauro e/o risanamento conservativo, della ristrutturazione, della realizzazione di opere costituenti pertinenze urbanistiche) realizzati su manufatti abusivi non sanati né condonati
Sulla legittimità o meno del provvedimento sanzionatorio che, prima che sia stata definita la domanda di condono edilizio, disponga la demolizione dei manufatti oggetto della domanda stessa
[A] La c.d. vicinitas costituisce elemento sufficiente a radicare la legittimazione del confinante. [B] La piena conoscenza dell'atto amministrativo e della sua lesività non può essere affermata in via meramente presuntiva dovendo peraltro trattarsi di conoscenza personale. [C] L'istanza di condono va esaminata solo qualora alla data di emanazione del provvedimento esista ancora l'immobile che ne è risultato oggetto
Una cospicua produzione giurisprudenziale che è pacifica nel ritenere che per completamento al rustico occorre che il manufatto sia completo di copertura e di tamponatura esterna, non richiedendosi una struttura portante in muratura ovvero in cemento armato
[A] Sugli effetti della mancata integrazione documentale relativa alla domanda di condono. [B] L'onere della prova dell'ultimazione dei lavori edilizi entro la data utile per ottenere il condono grava sul richiedente la sanatoria
[A] Qualora la domanda di regolarizzazione dell'abuso segua temporalmente il provvedimento repressivo impugnato, il ricorso giurisdizionale è improcedibile. [B] La presentazione della domanda di condono non autorizza nuovi lavori di manutenzione straordinaria o la prosecuzione dei lavori abusivi
Sul condono edilizio nei casi in cui non sussista la compatibilità delle opere con la normativa antincendi e degli infortuni, richiamata dall’art. 35 comma 20 L. 47/1985
[A] Sull’utilizzabilità dei documenti prodotti dalle parti, oltre i termini di rito di cui all’art. 73 comma 1 c.p.a. [B] Sulla autonoma impugnazione della diffida a demolire. [C] La fattispecie di cui al combinato disposto degli artt. 31 comma 1 lett. b) ed art. 35 comma 2 l. 47/85 si riferisce alle ipotesi in cui, in pendenza dei termini per la presentazione dell’istanza di condono, la parte disponesse di titolo edilizio, solo successivamente annullato. [D] In relazione all’edificazione contra legem su suolo di proprietà pubblica la sanzione demolitoria è l’unica applicabile, stante il regime pubblicistico del suolo
Fino a quando l’Amministrazione non si è pronunciata sulla domanda di condono edilizio – avvenga l’accoglimento in forma espressa o in forma tacita –, il richiedente può legittimamente rinunciare all’istanza
Sulla mancata definizione del procedimento di condono edilizio e sulla denuncia da parte dell’interessata della violazione dell’art. 41 della Carta europea dei diritti di Nizza del 7/12/2000 recepita dall’art. 6 del Trattato dell’Unione europea di Lisbona, degli artt. 24 e 113 Cost., degli artt. 1, 2, 2-bis e 3 della legge n. 241 del 1990, degli artt. 41, 42 e 97 Cost., dell’art. 31, 32 e 35 della legge n. 47 del 1985
Deve essere dichiarato inammissibile il ricorso per difetto di interesse quando il ricorrente contesta unicamente il primo dei due dei motivi di diniego di condono edilizio e nulla dice con riferimento al secondo
Non è ammissibile il rilascio di una concessione in sanatoria, ex art. 13 L. n. 47 del 1985, relativa soltanto a parte degli interventi abusivi realizzati, ovvero parziale, o subordinata alla esecuzione di opere
La presentazione della domanda di condono in epoca anteriore all’adozione del provvedimento repressivo dell’abuso edilizio comporta l’illegittimità di quest’ultimo
I poteri di cui dispone l’amministrazione preposta alla tutela del vincolo paesaggistico, ai fini del rilascio del condono edilizio, vanno esercitati seguendo una linea tollerante in vista di consentire, se possibile, il salvataggio del bene
Gli oneri di urbanizzazione sono quelli vigenti al momento del rilascio del titolo edilizio in sanatoria, anche nel caso in cui nel lasso di tempo tra la presentazione della domanda di sanatoria e il rilascio del suddetto titolo l'Amministrazione abbia aggiornato le tariffe
La l.r. toscana n. 53 del 2004, diversamente da quanto previsto a livello statale, non ha qualificato l’inerzia dell’Amministrazione sulla domanda di sanatoria come silenzio-assenso
Il ricorso proposto avverso il diniego di titolo edilizio in sanatoria da parte di soggetto che non sia munito della necessaria autorizzazione paesaggistica, è inammissibile per carenza di interesse
L'istituto del preavviso di rigetto di cui all'art. 10bis della legge n. 241 del 1990 debba trovare applicazione anche nei procedimenti di sanatoria o di condono edilizio
L’amministrazione non ha, del resto, alcun obbligo di proporre misure idonee ad assicurare un corretto inserimento dell'abuso edilizio nel contesto paesaggistico di riferimento ai fini del condono
[A] La mera presentazione dell'istanza di condono non autorizza la prosecuzione dei lavori abusivi a completamento delle opere oggetto della richiesta di sanatoria. [B] Sul termine di impugnazione del silenzio diniego formatosi sull’accertamento di conformità
[A] La mera presentazione dell'istanza di condono non autorizza la prosecuzione dei lavori abusivi a completamento delle opere oggetto della richiesta di sanatoria. [B] Sul termine di impugnazione del silenzio diniego formatosi sull’accertamento di conformità
Sulla legittimità o meno del diniego di rilascio della concessione edilizia in sanatoria motivato con riferimento all'incompletezza della documentazione depositata dall'istante
Sull’istituto del silenzio assenso sull’istanza di condono edilizio qualora questo interessi opere realizzate all’interno della fascia di rispetto cimiteriale
Ai sensi della L.R. Liguria n. 5 del 2004, la domanda di accatastamento costituisce documentazione essenziale ai fini dell’istruttoria della pratica e del rilascio del titolo edilizio in sanatoria
La normativa sul condono postula la permanenza dell’immobile da regolarizzare e non ammette la realizzazione di un manufatto realizzato con demolizione e impiego di materiali di costruzione diversi da quelli originari, ancorché uguale per sagoma, superficie e volumetria
L’effetto interdittivo resta predicabile esclusivamente rispetto alle sole opere abusive dichiarate nella domanda di condono, non potendo evidentemente la suddetta istanza interferire con l’ordinario esercizio del potere repressivo di abusi ulteriori e diversi da quelli per cui risulta chiesta la sanatoria
Il mutamento di destinazione d’uso non è espressamente citato in nessuna delle sei tipologie previste dal decreto-legge n. 269 del 2003, convertito in legge n. 326 del 2003
Sulla necessità o meno di una motivazione a supporto del diniego di condono per contrasto con le esigenze di tutela del vincolo ambientale o paesaggistico esistente sull’area ove insistono le opere edilizie abusive oggetto dell’istanza di sanatoria
L'onere della prova di fatti assai risalenti, invero, può ritenersi soddisfatto solo quando le prove addotte risultano inconfutabili sulla base degli atti e documenti che, da soli od unitamente ad altri elementi di valutazione, offrono la ragionevole certezza (nella specie) dell'epoca di realizzazione del manufatto
La volumetria abusiva, prima del condono, non è commerciabile, e dunque in via generale non è neppure trasferibile o ripartibile tra edifici diversi mediante la costituzione di vincoli giuridici di pertinenzialità che facilitino poi la sanatoria
[A] Nel procedimento di condono edilizio va esclusa la possibilità per il Comune di determinare gli oneri sulla base della oscillazione dei tempi di risposta all’istanza presentata dal privato. [B] L’indennità prevista dall’art. 15 della l. n. 1497/1939 ha natura di sanzione amministrativa
In sede di rilascio della concessione edilizia in sanatoria per opere ricadenti in zone sottoposte a vincolo, ai sensi dell'art. 32 della citata legge n. 47 del 1985, l'esistenza del vincolo stesso va valutata al momento in cui deve essere presa in considerazione la domanda di condono
[A] Anche i manufatti, come i pergolati, completamente aperti, possono configurarsi quale “nuova costruzione”. [B] Per costante giurisprudenza inoltre, in pendenza della procedura di condono, non possono essere eseguiti neppure interventi di completamento, senza la previa autorizzazione ex art. 35 l. 47/85
Sulla corretta interpretazione, riguardo alla conformità urbanistica, del comma 27 lett. d) dell’art. 32 del D.L. 269 del 2003, che esclude la condonabilità qualora le opere “siano state realizzate su immobili soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela degli interessi idrogeologici e delle falde acquifere, dei beni ambientali e paesistici, nonché dei parchi e delle aree protette nazionali, regionali e provinciali qualora istituiti prima della esecuzione di dette opere, in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici”
L'annullamento d’ufficio del condono edilizio ha natura discrezionale perché postula l'accertamento della sussistenza di un interesse pubblico attuale e concreto e la comparazione tra questo interesse e l’entità del sacrificio imposto al privato
[A] La proposizione di ogni istanza di sanatoria o di condono successivamente all'adozione dei provvedimenti negativi già impugnati con uno o più ricorsi giurisdizionali ancora pendenti, determina l'improcedibilità dei gravami stessi per carenza di interesse, in quanto il riesame dell'abusività dell'opera provocato da tali istanze comporta la necessaria formazione di un nuovo provvedimento. [B] Nel rilasciare il titolo edilizio l'amministrazione deve completamente disinteressarsi dei rapporti privatisti che non la riguardano e che non sono oggetto di interesse pubblico di cui la medesima amministrazione è attributaria
[A] In assenza di rilascio di titolo edilizio in sanatoria per quanto realizzato in precedenza, le ulteriori opere, eseguite dopo la presentazione delle istanze di condono e costituenti prosecuzione dell’illecita pregressa attività edilizia, devono, indipendentemente dalla loro tipologia e consistenza, dirsi insuscettibili di sanatoria. [B] L’ordine di demolizione di opere abusive va comunque emesso anche nei confronti del proprietario, ancorché autore dell’abuso sia stato non lui ma l’affittuario o il locatario
Il conseguimento del condono edilizio non attribuisce ai proprietari una sorta di diritto, o aspettativa giuridicamente rilevante, alla modificazione della zonizzazione urbanistica
Il vincolo a parcheggio impresso sul suolo ex art. 41 "sexies" della legge urbanistica n. 1150/1942, per il suo sicuro rilievo pubblicistico e per la natura reale e permanente che lo caratterizza, rende il mutamento di destinazione d'uso dell'area in questione non suscettibile di sanatoria ex art. 33, della l. n. 47/1985
[A] Sui limiti alla collocazione dei pergolati. [B] In pendenza della procedura di condono, non possono essere eseguiti neppure interventi di completamento, senza la previa autorizzazione ex art. 35 l. 47/85, con la conseguenza, che gli interventi, sia pure qualificabili come di manutenzione e di ristrutturazione, ripetono la medesima caratteristica di illegittimità dell’opera principale
Sul caso in cui l’amministrazione, a fronte di una domanda di condono edilizio incompleta, abbia richiesto all'interessato l'integrazione della documentazione a supporto, assegnandogli un termine per provvedere
[A] In materia di condono edilizio la giurisprudenza non è univoca nell'individuazione dei presupposti che, nel regime della L. 47/1985, consentono la formazione del silenzio assenso. [B] Il proprietario di un immobile che si ritenga leso da un’iniziativa edilizia attuata in un fondo limitrofo può richiedere in ogni tempo l’intervento ripristinatorio dell’Autorità comunale, attivando direttamente il procedimento di controllo, in seno al quale l’Ente, ove necessario, verificherà l’esito della domanda di condono eventualmente ancora pendente
L’art.1 comma 37 della legge n. 308 del 2004 ricollega al condono “l'estinzione del reato di cui all'articolo 181 del decreto legislativo n. 42 del 2004, e di ogni altro reato in materia paesaggistica” non dei reati edilizi
[A] Sull’orientamento giurisprudenziale secondo il quale a seguito della presentazione di domanda di condono o sanatoria l’Amministrazione deve comunque ripronunciarsi, con provvedimento favorevole alla domanda o, in caso di diniego, con un nuovo provvedimento sanzionatorio. [B] Sull'onere della prova in ordine alla data di ultimazione delle opere per ottenere il condono
[A] In ipotesi di diniego di condono, l'obbligo di motivazione ex art. 3 della l. 241/1990 può reputarsi legittimamente assolto in forma sintetica, laddove le ragioni della determinazione declinatoria risultino dal contesto evidenti. [B] Il decorso di un rilevante arco temporale dalla presentazione dell’istanza al diniego di condono non implicava alcuna particolare necessità di motivare ulteriormente quest’ultimo
[A] Il sistema consente di ottenere il condono edilizio delle opere abusivamente realizzate su aree vincolate solo in due ipotesi. [B] Nella motivazione dell’ordine di demolizione è necessaria e sufficiente l’analitica descrizione delle opere abusivamente realizzate, in modo da consentire al destinatario della sanzione di rimuoverle spontaneamente, mentre non è necessaria la descrizione precisa della superficie occupata e dell’area di sedime
Sui lavori di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria su un manufatto abusivo per il quale non sia ancora stata definita la procedura di condono edilizio
[A] È onere del richiedente il condono edilizio provare che l’opera sia stata completata entro la data utile fissata della legge, non essendo a tal fine sufficiente la sola dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio, che deve essere supportata da ulteriori riscontri documentali, eventualmente indiziari, purché altamente probanti. [B] Il certificato di abitabilità non serve ad abilitare l’immobile ad un certo uso piuttosto che ad un altro, giacché dopo il D.P.R. 22 aprile 1994, n. 425, non è previsto un certificato di abitabilità specializzato
Sulla natura del silenzio sull’istanza di sanatoria ai sensi della legge regionale Toscana n. 53 del 20 ottobre 2004, che ha regolato la materia del condono (c.d. "terzo condono")
Qualora l'Amministrazione, a fronte di una domanda di condono edilizio incompleta, richieda all'interessato l'integrazione della predetta documentazione, assegnandogli un termine per provvedere, quest'ultimo deve ritenersi tassativo
Sulla necessità o meno del preavviso ex. art. 10-bis e del parere della commissione edilizia prima di emettere un provvedimento negativo sull’istanza di condono edilizio
Anche un modesto incremento di volume comporta l’obbligo del permesso di costruire, quando la ricostruzione è operata abusivamente in pendenza del condono
[A] L’opera edilizia abusiva va identificata, ai fini della concessione in sanatoria, con riferimento all’unitarietà dell’edificio realizzato. [B] In materia di tutela delle bellezze panoramiche, l’esistenza di una anteriore lesione arrecata alla zona non rappresenta, da sola, un motivo sufficiente a dispensare dalla verifica riguardante la realizzabilità o la sanabilità di un’opera. [C] Sul momento dal quale rileva il vincolo in caso di immobile soggetto ad istanza di condono
[A] In tema di condono edilizio l’inottemperanza alla richiesta comunale di integrazioni documentali determina la chiusura della pratica e costituisce legittimo motivo di diniego della domanda di condono. [B] Sulle illegittimità di carattere procedimentale/formale non invalidanti ai sensi dell’art. 21-octies della legge 7 agosto 1990, n. 241
Sui casi in cui l’onere della prova finale in ordine a risalenza e consistenza del manufatto ai fini della sua ammissibilità a condono incombe sull’Amministrazione
Sui limiti alla regola secondo la quale la omessa presentazione della documentazione prescritta per la domanda di condono impedisce il decorso sia del termine di 24 mesi per la formazione del silenzio assenso
Sulla richiesta di una concessione in sanatoria e sulla sussistenza o meno di una sopravvenuta carenza d’interesse all’annullamento dell’atto sanzionatorio in relazione al quale tale domanda è stata presentata
Sul termine decadenziale riguardo all’art. 35, l. n. 47 del 1985, nella parte in cui prevede che qualora dall’esame della documentazione risulti un credito a favore del presentatore della domanda di concessione in sanatoria, certificato con l’attestazione rilasciata dal Sindaco, l’interessato può presentare istanza di rimborso all’Intendenza territorialmente competente
Non può ammettersi una modifica della domanda di condono in corso del procedimento, una volta decorso il termine perentorio, stabilito dalla legge n. 47/1985
L'istituto del preavviso di rigetto di cui all'art. 10-bis della legge n. 241 del 1990 trova applicazione anche nei procedimenti di sanatoria o di condono edilizio
In sede di condono di opere insistenti su fascia di rispetto cimiteriale l'Amministrazione è tenuta a valutare se ed in quale misura l'opera in questione venga effettivamente a concretizzare una lesione per il vincolo cimiteriale di inedificabilità
E’ sufficiente, per respingere la domanda di condono, pur in presenza di dichiarazione sostitutiva di atto notorio di cui all’art. 39, comma 4, della legge n. 724/1994, che l’Amministrazione non riscontri elementi dai quali risulti univocamente l’ultimazione dell’edificio entro la data prescritta dalla legge
Sul procedimento di condono edilizio nel quale la certificazione di idoneità antisismica non sia stata depositata presso gli Uffici del Genio civile ai fini del prescritto “Visto”
[A] Sulla sussistenza o meno dell’ambulatorietà nei confronti dell’avente causa riguardo agli oneri concessori del condono edilizio non soddisfatti dall’istante. [B] Il meccanismo del silenzio assenso non può essere invocato allorché manchi il presupposto stesso per il rilascio del certificato di agibilità, costituito dal carattere non abusivo del fabbricato
[A] Sulla mancata comunicazione del nominativo del responsabile del procedimento. [B] Sul mancato rispetto dell'ordine cronologico di presentazione delle istanze di condono edilizio
In pendenza di procedimento di condono, gli unici interventi edilizi consentiti sul manufatto sono quelli diretti a garantirne l'integrità e la conservazione, tanto che, quando non possa farsi a meno di spingersi fino alla stessa demolizione e ricostruzione, allora diverrebbe necessario interloquire preventivamente con l'amministrazione
La definizione di una domanda di condono con priorità rispetto ad altre avanzate in data anteriore non può affatto refluire sulla legittimità del provvedimento
[A] In sede di rilascio del permesso di costruire l’amministrazione non è tenuta affatto a condurre ad approfondite e dispendiose verifiche circa i rapporti tra le parti contendenti. [B] Sulla decorrenza del termine per richiedere il condono ai sensi dell’art. 40 L. 47 del 1985. [C] Sulla nozione di volume tecnico in campo edilizio
[A] Sui termini del ricorso in materia di titoli edilizi rilasciati a terzi, la giurisprudenza distingue l’ipotesi del titolo edilizio “ordinario” da quella del titolo edilizio “in sanatoria”. [B] Sul tema della impugnazione di atti “al buio” (di cui, cioè, ancora non si conosca l’effettiva motivazione). [C] Sul manufatto oggetto di istanza di condono che ricade su un'area soggetta a vincolo di rispetto stradale
Sul termine di prescrizione per il conguaglio dell’oblazione dovuta in caso di condono edilizio ed omessa presentazione della documentazione prescritta per la domanda
[A] Sul reato in cui incorre il privato qualora in una dichiarazione allegata alla domanda di sanatoria di un abuso edilizio, riferisca falsamente di avere completato l’abuso in una epoca antecedente a quella reale. [B] Sull'onere della prova dell'ultimazione dei lavori edilizi
La presentazione della domanda di condono non comporta, in linea di principio, un potere-obbligo del Comune di provvedervi, quando la domanda sia mancante delle produzioni e degli allegati necessari
Sulla questione della sorte delle attività commerciali intraprese su immobili (anche parzialmente) abusivi, nelle more della decisione dell’amministrazione sulle relative domande di condono
La mera presentazione dell'istanza di condono non autorizza la prosecuzione dei lavori abusivi a completamento delle opere oggetto della richiesta di sanatoria
[A] Spetta al proprietario di un immobile, che assuma la preesistenza del fabbricato, provare rigorosamente detta circostanza. [B] Sulla radicale trasformazione del manufatto oggetto di condono realizzata in assenza di alcun titolo abilitativo
In sede di rilascio della concessione edilizia in sanatoria, ai sensi dell’art. 32 della legge 28.2.2985 n. 47, l’obbligo di acquisire il parere da parte dell’autorità preposta alla tutela del vincolo sussiste anche per le opere realizzate anteriormente all’imposizione del vincolo stesso
[A] L’’onere di fornire la prova dell'epoca di realizzazione di un abuso edilizio incombe sull'interessato. [B] La validità ovvero l’efficacia dell’ordine di demolizione non risultano pregiudicate dalla successiva presentazione di un’istanza
Sulla sussistenza o meno di una validità quinquennale e limitata del parere vincolante dell’autorità preposta alla tutela del paesaggio reso ai fini del rilascio del “condono edilizio”
Su manufatti abusivi non sanati né condonati e sugli interventi ulteriori, riconducibili, nella loro oggettività, alle categorie della manutenzione straordinaria, del restauro e/o risanamento conservativo, della ristrutturazione, della realizzazione di opere costituenti pertinenze urbanistiche
[A] Sull’illegittimo condono di un ampliamento dell’originario fabbricato rurale e sulla possibilità o meno, a distanza di 7 anni, di annullare il titolo edilizio. [B] Sui vincoli di ”verde pubblico-verde urbano” o ”verde attrezzato”
L’omessa presentazione della documentazione prescritta per la domanda di condono impedisce il decorso sia del termine di ventiquattro mesi per la formazione del silenzio assenso sia di quello di trentasei mesi per la prescrizione di eventuali crediti a rimborso o a conguaglio dell’oblazione versata
[A] Solo la sanatoria prevista dalla normativa sul condono edilizio di cui alla Legge n. 326 del 2003, articolo 32, è inapplicabile all'immobile ubicato in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. [B] Sulla differenza tra il “muro di contenimento” ed il “muro di cinta”
[A] Nel processo di impugnazione del diniego di concessione edilizia in sanatoria sono inammissibili le censure che contestino il carattere abusivo del manufatto. [B] Sul diniego di sanatoria delle opere abusive per incompatibilità ambientale
A differenza del ricorso proposto avverso l'ordinanza di demolizione, quello proposto avverso l'ordinanza di acquisizione al patrimonio comunale dell'immobile abusivo e dell'area di sedìme, non diviene improcedibile a seguito della presentazione della domanda di sanatoria
Il silenzio assenso, analogamente a quanto ritenuto dalla giurisprudenza in materia di condono, non può formarsi in relazione ad istanze prive della necessaria documentazione
L’onere della prova circa la data di realizzazione dell’immobile abusivo spetta a colui che ha commesso l’abuso e solo la deduzione, da parte di quest’ultimo, di concreti elementi, che non possono limitarsi a mere allegazioni documentali a sostegno delle proprie affermazioni, trasferisce il suddetto onere in capo all’Amministrazione
Il proprietario confinante con l’immobile, nel quale si assuma essere stato realizzato un abuso edilizio, ha comunque un interesse alla definizione dei procedimenti relativi all’immobile medesimo entro il termine previsto dalla legge
[A] Sulla derogabilità o meno per accordo tra privati delle norme degli strumenti urbanistici locali che impongono di mantenere le distanze fra fabbricati o di questi dai confini. [B] Nel condono edilizio l’onere della prova dell’ultimazione dei lavori grava sul richiedente la sanatoria
[A] Sull’applicabilità della normativa in materia di condono edilizio, in caso di mutamento della destinazione d’uso. [B] In Campania, l'istituto del silenzio-assenso non può trovare applicazione con riferimento al D.L. 30 settembre 2003 n. 269, convertito nella L. 24 novembre 2003 n. 326
Sull’art. 31, comma 2, legge 47 del 1985, secondo cui "si intendono ultimati gli edifici nei quali sia stato eseguito il rustico e completata la copertura”
L'opera abusiva va identificata con riferimento alla unitarietà dell'immobile o del complesso immobiliare, ove sia stato realizzato in esecuzione di un disegno unitario, essendo irrilevante la suddivisione in più unità abitative
[A] Sul vincolo paesaggistico nel condono edilizio. [B] Sullo spianamento e la deruralizzazione del piazzale antistante un container da adibire ad ufficio. [C] Sulla realizzazione di un piazzale attraverso il disboscamento e lo spianamento di un'area agricola. [D] Sulla realizzazione di un parcheggio scoperto di autovetture
[A] Sulle dichiarazioni sostitutive rese da soggetti terzi in sede di condono edilizio circa l’epoca di realizzazione del manufatto. [B] Sulla necessità o meno dell’avviso di avvio del procedimento per l’emissione dell’ordinanza di demolizione. [C] La domanda di compatibilità ex art. 1 della l. n. 308 del 2004. rileva ai soli fini del conseguimento di un condono penale. [D] Sui presupposti che devono sussistere ai sensi dell’art. 32, comma 27, primo alinea, della l. n. 326/2003 per il condono delle opere abusive realizzate in zona sottoposta a vincolo di inedificabilità relativa
Il protrarsi del procedimento di condono oltre ogni limite ragionevole, in merito al quale le giustificazioni fornite dal Comune appaiono totalmente inadeguate, risolvendosi in una sanatoria di fatto, rende inevitabile, ad avviso del Collegio, la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica, per ogni valutazione di competenza
Il termine per la formazione del silenzio - assenso sulla domanda di rilascio della concessione in sanatoria non decorre quando manchino i presupposti di fatto e di diritto previsti dalla norma e/o le opere non siano suscettibili di sanatoria
Ai fini della verifica del limite massimo di cubatura condonabile, va fatto riferimento all’unitarietà dell'immobile o del complesso immobiliare, ove sia stato realizzato l’abuso edilizio in esecuzione di un disegno unitario
Per le domande di concessione edilizia in sanatoria, ai sensi dell’art. 31 l. 28 febbraio 1985 n. 47, non occorre il parere della commissione edilizia comunale
La normativa sul condono postula la permanenza dell’immobile da regolarizzare e non ammette la realizzazione di un manufatto realizzato con demolizione e impiego di materiali di costruzione diversi da quelli originari
Il rilascio del certificato di abitabilità di un fabbricato, conseguente al condono edilizio, può legittimamente avvenire in deroga solo a norme regolamentari e non anche quando siano carenti condizioni di salubrità richieste invece da fonti normative di livello primario
Nelle aree sottoposte a vincolo idrogeologico, ambientale e paesistico, possono ottenere la sanatoria solo gli interventi edilizi di minore rilevanza - di restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria - e sempre previo parere favorevole dell'autorità preposta alla tutela
Sui casi in cui secondo giurisprudenza costante la domanda di permesso di costruire è dolosamente infedele e costituisce motivo di diniego del condono edilizio
Sulla possibilità o meno di accedere alla normativa condonistica pur in presenza di un provvedimento di gratuita acquisizione delle opere abusive trascritto nei registri immobiliari o anche di avvenuta immissione in loro possesso
Sulla legge regionale Toscana n. 53 del 20 ottobre 2004, che ha regolato la materia del condono (c.d. "terzo condono") e sulla circolare interpretativa
[A] Le norme sul condono edilizio, in quanto norme di carattere eccezionale rispetto a quelle generali che attengono al governo del territorio, vanno interpretate in maniera ristretta. [B] La sanatoria di opere non realizzate (ovvero di opere regolari non demolite) non rientra nelle previsioni della legge di condono
Deve ritenersi viziata da eccesso di potere, sotto il profilo della carenza di motivazione, l'autorizzazione paesaggistica che si limiti a dare atto che l'opera oggetto di condono è compatibile con l'ambiente circostante, senza spiegare in concreto le ragioni di tale valutazione
La mera presentazione dell'istanza di condono non autorizza la prosecuzione dei lavori abusivi a completamento delle opere oggetto della richiesta di sanatoria
Sulla legittimità o meno del provvedimento con il quale l’Amministrazione determina gli oneri di urbanizzazione relativi al titolo in sanatoria tenendo conto delle tariffe vigenti all’atto del rilascio del permesso
Con riguardo al condono edilizio, la data di acquisto dei materiali edili, comprovata dalle fatture, non può costituire elemento decisivo per dimostrare che l’opera sia stata ultimata entro una certa data
[A] La dichiarazione sostitutiva di notorietà dell'intervenuta ultimazione delle opere entro la data di scadenza del termine di condono, circa la consistenza dell’immobile, rilasciata dal legale rappresentante della società ricorrente non ha alcuna valenza privilegiata. [B] Sull’ammissibilità o meno del condono edilizio in caso di mutamento abusivo senza opere edilizie
Per accedere al condono edilizio è indispensabile che venga identificato l'oggetto, ossia la costruzione abusiva, che il richiedente si propone di legittimare; individuazione che il mero pagamento di una somma di denaro con bollettino postale non è idonea a fornire
Sulla pretesa dell’Amministrazione di determinare gli oneri di urbanizzazione relativi al titolo in sanatoria (condono edilizio) tenendo conto delle tariffe vigenti all’atto del rilascio del permesso e non di quelle in vigore al momento dell’istanza
Sulla giurisdizione competente riguardo alla domanda di restituzione dell’oblazione corrisposta per la sanatoria di un immobile abusivo ai sensi della L. 47/1985, nel caso in cui l’istanza di sanatoria sia stata respinta
La richiesta di condono-sanatoria edilizio, sia in base alla legge n. 47 del 1985, sia alla successiva legge n. 724 del 1994, può rinvenire la propria giustificazione anche in un semplice interesse alla regolarizzazione o alla certezza dei rapporti da parte di chiunque sia interessato al conseguimento della sanatoria, indipendentemente dalla presenza o dalla possibilità di avere un diverso titolo abilitativo dell'opera
[A] Il privato, per far valere il suo interesse pretensivo al provvedimento di condono, aveva dunque l’obbligo di corredare l’istanza ab origine con gli elementi documentali che la norma stessa riteneva necessari ad substantiam per la valutazione della domanda. [B] La nozione di “bosco” deve essere riferita non soltanto ai terreni completamente coperti da boschi o foreste di alto fusto, ma anche (per identità di ratio) a tutte le aree parzialmente boscate, a condizione che siano concretamente inserite in un contesto con la preponderanza di vegetazione, anche di tipo arbustivo
[A] Non appare fuori di logica o manifestamente ingiusto che un’opera precaria non possa essere condonata. [B] Laddove un’opera contraria alle norme urbanistiche venga realizzata in base ad un titolo precario, condonare la stessa significherebbe premiare un comportamento del privato che in certo senso é anche più “truffaldino” di quello del “normale abusivista edilizio”
Una domanda di mutamento di destinazione d’uso non può essere vagliata esclusivamente in relazione alla disciplina urbanisticamente vigente nella zona, ma va valutata anche in rapporto alla destinazione “acquisita” a seguito dell’accoglimento della domanda di condono
[A] Sulla ristrutturazione degli edifici mediante demolizione e successiva ricostruzione e sulla possibilità o meno di recuperare parti strutturali che, originariamente esistenti, sono venute meno per qualsiasi evenienza. [B] Sulla manutenzione straordinaria dell’opera abusiva in pendenza della definizione del procedimento di condono
[A] Il novero dei soggetti legittimati al rilascio del titolo in sanatoria risulta più ampio rispetto a quanto concerne il rilascio dell’ordinario titolo abilitativo edilizio. [B] L’art. 9 del D.M. 1444/1968 non costituisce un vincolo di inedificabilità assoluto ai fini della condonabilità
Sul provvedimento di condono che consente la modificazione della destinazione d’uso del sottotetto ad uso abitativo in deroga alle norme sull'abitabilità
[A] Sull'art. 1, comma 36, della legge n. 308/2004 che modificando l'art. 181 del D.Lgs. n. 42/2004 ha introdotto la cosiddetta depenalizzazione degli abusi paesaggistici minori. [B] Sui presupposti per l'ammissibilità a condono paesaggistico ai sensi della legge n. 308/2004. [C] Sul problema di coordinamento riguardo la compatibilità del divieto di autorizzazione postuma con le disposizioni in tema di mini condono paesaggistico
Il ricorso giurisdizionale avvero un provvedimento sanzionatorio, proposto anteriormente all'istanza di condono edilizio, deve ritenersi improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, spostandosi l'interesse del responsabile dell'abuso edilizio dall'annullamento del provvedimento già adottato
[A] Sulla possibilità o meno di rilasciare un titolo in sanatoria subordinatamente alla realizzazione di ulteriori lavori, al fine di rendere l'opera conforme alla previsione di cui all'art. 167 del D.lgs n. 42 del 2004. [B] Sul Protocollo d'Intesa per il coordinamento delle funzioni in materia di sanatoria degli interventi edilizi realizzati in aree soggette al vincolo paesaggistico ambientale nella Provincia di Napoli, sottoscritto dalla Soprintendenza e dalla Regione Campania in data 25 luglio 2001. [C] Sugli ulteriori interventi in presenza di manufatti abusivi non condonati né sanati
Sul rilascio della concessione in sanatoria per opere eseguite in aree sottoposte a vincolo e sulla possibilità o meno che in fase di autorizzazione paesaggistica vengano impartite prescrizioni
Lo stato di fatiscenza di immobile abusivo, le precarie condizioni statiche e di conservazione del manufatto costituiscono di per sé una situazione di incompatibilità con il vincolo ambientale
Sul diniego di sanatoria motivato sulla scorta del fatto che le dimensioni non contenute delle tettoie e la copertura realizzata in eternit e comunque da eliminare, ledono gli interessi paesaggistico - ambientali, concretando quel “disordine edilizio, sottolineato dalla casualità dell'intervento” operato su un'area che “dovrebbe rimanere libera da costruzioni”
[A] Sugli interventi ulteriori eseguiti in presenza di manufatti abusivi non condonati né sanati. [B] sull’installazione di tettoie o di altre strutture che siano comunque apposte a parti di preesistenti edifici come strutture accessorie di protezione o di riparo di spazi liberi
[A] Elementi come la qualità dei materiali utilizzati, la conformazione del manufatto e le sue caratteristiche esteriori ben possono costituire motivi di diniego del condono edilizio. [B] Sulla motivazione addotta dall’Autorità preposta alla tutela del vincolo si presenti pressoché identica per un gran numero di casi. [C] L’amministrazione non è tenuta a dettare o suggerire prescrizioni idonee a rendere l’intervento coerente con i valori paesaggistici
Anche nelle ipotesi di autorizzazioni in sanatoria il Comune è tenuto a pretendere la produzione della dichiarazione di assenso del terzo pregiudicato in ragione del suo interesse contrario alla sanatoria delle opere
Per gli immobili oggetto di concessione edilizia in sanatoria, ai sensi dell’art. 35 della legge n. 47 del 1985, il rilascio della licenza di abitabilità/agibilità non costituisce un atto dovuto
[A] Le domande di condono non necessitano di comunicazione di avvio del procedimento. La doglianza in ogni caso, in base al principio di cui all’art. 21-octies della L. 241/1990, assume rilievo solo formale e non esplica effetti vizianti del provvedimento che possano determinare il suo annullamento. [B] Il parcheggio di cui all’art. 338, comma 5 del T.U.L.S., come modificato dall’art. 28 L. n. 166/2002, se non ricompreso tra le opere pubbliche, o non rientrante tra gli interventi urbanistici di P.R.G., è da intendersi quale parcheggio a raso, privo di rilevanza urbanistica. [C] Il vincolo a zona di rispetto cimiteriale previsto dall’art. 338 del T.U.L.S. comporta l’inedificabilità assoluta dell’area, indipendentemente dal tipo di fabbricato, anche non finalizzato all’abitazione ovvero di carattere pertinenziale, tale da prevalere anche su eventuali disposizioni contrarie del P.R.G.. [D] Un box auto, poiché dotato di propria autonomia funzionale e di autonomo valore di mercato, non può essere considerato pertinenza
Ai fini del rilascio del condono edilizio, i poteri di cui dispone l'amministrazione preposta alla tutela del vincolo paesaggistico vanno esercitati seguendo una linea "tollerante"
Sulla potestà di intervenire in via sanzionatoria ancor prima di definire le risalenti istanze di condono laddove siano esattamente individuate le lavorazioni e/o opere aggiuntive
[A] Ai fini della configurazione di una lottizzazione cd. negoziale non è sufficiente che il terreno sia frazionato e venduto o comunque attribuito ad una pluralità di soggetti, in quanto la norma richiede un terzo requisito ossia la non equivocità della destinazione a scopo edificatorio abusivo sia del frazionamento che della vendita. [B] Sulla condonabilità o meno dei manufatti abusivamente eseguiti nell’ambito dell’attività lottizzatoria
Sulla giurisprudenza in ordine all’esclusione della lottizzazione abusiva – sia essa materiale, negoziale o mista – dall’ambito di applicazione della disciplina del condono
Sul caso in cui l'amministrazione, a fronte di una domanda di condono edilizio incompleta, richieda all'interessato l'integrazione della documentazione e quest'ultimo non la produca nel termine assegnatogli
Una trasformazione edilizia, con cui viene attuato, con o senza opere, un mutamento di destinazione d’uso, non può in nessun caso essere ricompresa nella tipologia 7 della tabella allegata alla legge 47/1985
Anche in presenza di dichiarazione sostitutiva di atto notorio presentata dall'interessato, l'amministrazione può legittimamente respingere la domanda di condono
Il rilascio del permesso in sanatoria non determina automaticamente la revoca dell'ordine di demolizione o di riduzione in pristino emesso dal giudice penale
In sede di applicazione della norma sul condono edilizio molti Comuni hanno ritenuto che il certificato di agibilità sia inglobato dalla concessione in sanatoria
In una zona interessata da vincolo paesaggistico la formazione del provvedimento tacito di assenso alla concessione in sanatoria postula indefettibilmente la previa acquisizione del parere favorevole dell'autorità preposta alla tutela del vincolo
Sull’art. 40, comma 6, della l. 47 del 1985, secondo il quale “la domanda di sanatoria può essere presentata entro centoventi giorni dall'atto di trasferimento dell'immobile purché le ragioni di credito per cui si interviene o procede siano di data anteriore all'entrata in vigore della presente legge” e sul regime applicabile laddove l’atto di trasferimento intervenga successivamente all’entrata in vigore del d.l. 269 del 2003 recante il c.d. “terzo condono edilizio”
Sull’impossibilità di condonare le opere abusive realizzate, dopo l’imposizione del vincolo, su aree caratterizzate da vincoli di c.d. inedificabilità assoluta, e sulla riferibilità o meno di tale principio anche a vincoli di inedificabilità assoluta di natura urbanistica
Nel numero 4 della tabella allegata alla legge 28 febbraio 1985, n. 47 sono ricompresi sia i mutamenti di destinazione d’uso con opere, sia - ai sensi dell'art. 2 comma 53 l. 23 dicembre 1996 n. 662 - gli abusi consistenti in mutamenti di destinazione d'uso eseguiti senza opere edilizie
[A] Ai fini del vincolo idrogeologico è irrilevante sia la mancata iscrizione del corso d’acqua negli appositi elenchi delle acque pubbliche. [B] Sul vincolo idrogeologico e sul condono edilizio
Anche gli abusi riconducibili alle tipologie di cui ai nn. 1, 2 e 3 - e non solo quelli di cui alle tipologie 4, 5 e 6 - della tabella 1 allegata al d.l. 269/03 sono suscettibili di sanatoria se posti in essere in zona vincolata anteriormente alla realizzazione delle opere ed a determinate condizioni
Sulla l. 47 del 1985 che all’art. 31, comma 2, stabilisce che "si intendono ultimati gli edifici nei quali sia stato eseguito il rustico e completata la copertura”
Sulla pratica di condono edilizio e sulla sussistenza o meno di una norma o principio dell’ordinamento che obblighi l’amministrazione ad indicare gli eventuali rimedi possibili tesi ad assicurare la compatibilità paesaggistica
Sulla questione della rinuncia alla domanda di condono e sul possibile uso distorto di tale eventuale facoltà per conseguire gli effetti favorevoli della prescrizione del reato
Il termine biennale per la formazione del silenzio assenso sulla domanda di condono edilizio non decorre qualora la domanda sia carente dei documenti necessari ad identificare compiutamente le opere oggetto dell'istanza
Il termine per la maturazione della prescrizione, al pari di quello per la formazione del silenzio assenso, decorre dalla data in cui la domanda di condono può considerarsi presentata a tutti gli effetti di legge
In presenza di manufatti abusivi non sanati né condonati, gli interventi ulteriori ripetono le caratteristiche di illegittimità dell'opera principale alla quale ineriscono strutturalmente
[A] Sul termine di impugnazione della concessione in sanatoria di opere preesistenti e ultimate. [B] Sul titolo edilizio necessario per il posizionamento di celle frigo
Sulla determinazione degli oneri concessori in sede di condono edilizio e sulla necessità di tener conto della destinazione d’uso impressa al bene a prescindere dalla zonizzazione dell’area
[A] Sulla concessione relativa a costruzioni o impianti destinati ad attività industriali o artigianali dirette alla trasformazione di beni ed alla prestazione di servizi e sul pagamento del c.d. “onere ecologico”. [B] Sulla determinazione degli oneri concessori per gli uffici dell'impresa. [C] L’interessato non può modificare la domanda di condono
[A] Nessun affidamento può essere invocato da chi abbia conseguito un provvedimento favorevole in base ad una rappresentazione errata della realtà e si veda annullare la concessione edilizia. [B] I requisiti di abitabilità dei sottotetti sono stabiliti da una fonte primaria - legge regionale 11 marzo 2005 n. 11 per il governo del territorio - non derogabile neppure in sede di condono
L’art. 1, comma 37, della legge n. 308 del 2004 ricollega, invece, al condono “l'estinzione del reato di cui all'articolo 181 del decreto legislativo n. 42 del 2004, e di ogni altro reato in materia paesaggistica” non dei reati edilizi
In sede di rilascio della concessione edilizia in sanatoria, l’obbligo di acquisire il parere da parte dell’autorità preposta alla tutela del vincolo previsto dall’art. 32 della legge 28.2.1985 n. 47, sussiste anche per le opere realizzate anteriormente all’imposizione del vincolo stesso
Sugli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e/o risanamento conservativo, e ristrutturazione edilizia, su manufatti abusivi non sanati né condonati
Sulla valutazione della domanda di condono edilizio e sulla necessità o meno da parte dell’amministrazione di indicare eventuali tecniche o accorgimenti eventualmente atti a rendere il manufatto compatibile con l’ambiente tutelato
[A] In presenza di un vincolo paesaggistico il condono edilizio, in virtù dell’articolo 32, comma 27, lett. d), del decreto legge n. 269/2003, assume i caratteri dell’accertamento di conformità. [B] Sul titolo necessario per la realizzazione di modeste opere di pavimentazione, laddove non siano state realizzate opere murarie o eliminato verde preesistente
[A] Sul termine per l’impugnazione dei provvedimenti di sanatoria edilizia da parte dei terzi. [B] Sull'onere della prova dell'ultimazione dei lavori entro la data utile per ottenere il condono
Sui requisiti di abitabilità dei sottotetti stabiliti dalla legge regionale Lombardia 11 marzo 2005 n. 11 e sulla possibilità o meno di derogarvi richiedendo il condono edilizio
Sul condono edilizio in zona vincolata ai sensi dell'art. 32, commi 26 e 27, D.L. 30 settembre 2003, n. 269, in combinato disposto con gli artt. 32 e 33 L. 28 febbraio 1985, n. 47
L’art. 256 della L.R. Abruzzo n. 6 del 2005 espressamente consente di chiedere l’abitabilità o il recupero abitativo del sottotetto anche in presenza di un condono solo “in itinere” del fabbricato
Sul caso di un immobile oggetto del condono e venuto meno, a causa di un incendio, in un momento successivo alla domanda di condono e prima che la stessa fosse esitata
[A] In materia di sanatoria edilizia non è illegittima una motivazione anche succinta di un diniego che si fondi sul parere contrario ai fini paesaggistici. [B] Sulla richiesta di sanatoria per una struttura in metallo, pannelli in legno ed onduline plastificate
Anche nel caso di condono di edifici non residenziali si deve tenere conto delle indicazioni contenute nell’art. 2 del D.M. 10/05/1977, dalle quali discende che ogni tipo di superficie non residenziale destinata ad accessori o servizi debba conteggiarsi, ai fini del calcolo della sola oblazione, al 60%
[A] Il parere della commissione edilizia non è richiesto nella procedura di condono edilizio. [B] Il condono “paesistico” di cui all’art.1 comma 37 della legge n. 308 del 2004 comporta la sottrazione del fatto alla sola disciplina penale ed a quella amministrativa attinenti alla tutela paesistica
[A] In mancanza di certificato di idoneità statica, non può formarsi il silenzio assenso sulla domanda di condono. [B] La certificazione di idoneità statica rilasciata dal professionista nelle pratiche di condono edilizio sostituisce a tutti gli effetti, gli accertamenti, in ordine all'idoneità statica, delle opere per quanto riguarda il rispetto delle norme sismiche, altrimenti attribuiti agli uffici statali e regionali
[A] Sull’ammissibilità o meno di una sanatoria parziale di un progetto costituito da più interventi edilizi. [B] Sulla necessità o meno di comunicare l’avviso di rigetto dell’istanza di condono edilizio
[A] Sulla competenza del giudice amministrativo a decidere in merito all’istanza di restituzione dell’oblazione derivante dall’indebito oggettivo intercorrente tra colui che abbia pagato l’oblazione in fidente attesa di conseguire la sanatoria di un illecito edilizio e l’Agenzia delle Entrate, ma che non l’abbia poi conseguita. [B] Il pagamento dell'oblazione è strettamente funzionale al rilascio della sanatoria
Legge 28 febbraio 1985, n. 47; dl 23 aprile 1985, n. 146, convertito nella legge 21 giugno 1985, n. 298; decreto legge 22 luglio 1985, n. 356: norme in materia di recupero e sanatoria delle opere abusive - opere interne - G.U. n. 186 dell'8 agosto 1985
Il condono “paesistico” di cui all’art. 1 comma 37 della legge n. 308 del 2004 comporta la sottrazione del fatto alla sola disciplina penale ed a quella amministrativa attinenti alla tutela paesistica
Sull’art. 43, comma 5, della legge 28 febbraio 1985, n. 47 laddove prevede che “possono ottenere la sanatoria le opere non ultimate per effetto di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali limitatamente alle strutture realizzate e ai lavori che siano strettamente necessari alla loro funzionalità”
Sul diniego di rilascio della concessione edilizia in sanatoria di opere edilizie abusive motivato con esclusivo riferimento alla incompletezza della documentazione depositata dall’istante
Sulle riscontrate deficienze igienico sanitarie connesse al difetto della prescritta altezza minima e sulla possibilità o meno di rilasciare l’agibilità in deroga secondo quanto previsto dalla normativa sul condono edilizio
L’Amministrazione è tenuta a controllare la rilevanza giuridica del condono esclusivamente nell’ambito del rapporto pubblicistico, senza estendersi ai rapporti tra privati
La questione rimessa all’Adunanza Plenaria consiste nello stabilire se il diniego di condono, possa considerarsi legittimo nell’ipotesi in cui il complesso edilizio non sia stato realizzato in assenza di concessione edilizia, ma costruito invece sulla base di regolari concessioni edilizie, anche se successivamente annullate in sede giurisdizionale a costruzione già ultimata
Sui limiti delle opere ammissibili a condono edilizio a fronte di un’istanza di sanatoria che classifica l’abuso nella tipologia 6 della tabella C allegata al D.L. 269 del 2003 ovverosia “Opere di manutenzione straordinaria come definite dall'articolo 3, comma 1, lettera b) del Dpr 6 giugno 2001, n. 380, e dalla normativa regionale, realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio; opere e modalità di esecuzione non valutabili in termini di superficie o di volume”
Sull’istanza di condono edilizio per la quale non è prodotta alcuna documentata allegazione che consenta di risalire alla data di consumazione dell'illecito edilizio oggetto della domanda
Sulla sanabilità o meno dell’opera nel caso di realizzazione delle strutture portanti orizzontali e verticali ancorché prive di tamponature perimetrali
Sulla legittimità o meno di un provvedimento che autorizzi degli interventi su di un manufatto abusivo in corso di sanatoria, qualora si tratti di interventi di natura eminentemente conservativa
Sulla categoria “7” della tabella allegata alla legge n. 47/85, laddove per l'ammissiblità del condono edilizio fa testuale riferimento a “opere o modalità di esecuzione non valutabili in termini di superficie o di volume”
I vincoli di cui all’art. 32, comma 27, lett. d), del d.l. 269/03, apparentemente ostativi al rilascio del condono edilizio, sono comunque riconducibili a quelli che escludono la sanabilità solo ove comportino l’inedificabilità assoluta
È costituzionalmente illegittima una legge regionale che escluda i fabbricati oggetto di condono edilizio dalla ammissibilità di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria o di ristrutturazione che non comportino aumento di volumetria o di superficie o di modifiche di sagoma o delle destinazioni d'uso
[A] Il condono ambientale introdotto dalla legge n. 308 del 2004 estingue esclusivamente il reato di cui all'art. 181 D.Lgs. n. 42 del 2004 e gli altri reati paesaggistici. [B] Sul diniego di concessione edilizia in sanatoria opposto dal funzionario senza la previa acquisizione del parere della Commissione edilizia
[A] Sull’ammissibilità o meno dell’istanza di condono edilizio, in mancanza dell’assenso dei condomini, laddove l’abuso sia realizzato dal singolo condomino su aree comuni. [B] Sulla corretta interpretazione delle circolari ministeriali n. 2241 del 1005 e 2699 del 7 dicembre 2005, che abilitano alla proposizione dell’istanza in ipotesi di “inerzia” del comproprietario
Sul concetto di “ultimazione” delle opere abusive ai fini dell’applicabilità della normativa in materia di condono edilizio, con specifico riguardo alla fattispecie del mutamento di destinazione d’uso
Non è ammissibile il “condono edilizio” - introdotto dal comma 32 del D.L. 30.9.2004, n 269, per un intervento che ha comportato la trasformazione urbanistica di un’area da agricola a parcheggio
Il condono degli abusi edilizi ai sensi della L. 28 febbraio 1985 n. 47 non è precluso, stante l’art. 43 della legge stessa, dall’acquisizione dell’immobile abusivo al patrimonio del Comune
Sulla legittimità o meno di particolari prescrizioni e condizioni impartite dal Comune in sede di rilascio del nulla osta paesaggistico per la concessione in sanatoria ex art. 32 L. n. 47/1985
Sulla condonabilità o meno degli abusi riconducibili alle tipologie 1, 2 e 3 della tabella 1 allegata al d.l. 269/2003 commessi in zona sottoposta a vincolo in epoca anteriore alla consumazione degli illeciti
[A] Sulla normativa nazionale e regionale toscana riguardo al c.d. “terzo condono edilizio”. [B] Sui limiti alla sanabilità penale ed amministrativa tramite il “terzo condono edilizio” per gli abusi commessi su immobili soggetti a vincolo paesaggistico
[A] Sulla necessità o meno del parere della Commissione Edilizia in materia di condono edilizio. [B] La verbalizzazione costituisce la forma necessaria di tutti gli atti collegiali
Sull’onere della prova circa la data di fine lavori utile per ottenere il condono edilizio e sulla possibilità o meno di comprovarla tramite dichiarazione sostitutiva di atto notorio
Sul proprietario confinante con l’immobile dove è stato realizzato un abuso edilizio e sulla sussistenza o meno in capo allo stesso di un interesse qualificato alla conclusione del procedimento di condono
Sulla legittimità o meno del provvedimento di archiviazione dell’istanza di condono edilizio nel caso in cui le opere oggetto dell’istanza siano state, medio tempore, distrutte da un incendio
Nel valutare la domanda di condono l’Amministrazione preposta alla tutela del vincolo non ha nessun obbligo di porre in essere prescrizioni per rendere l’abuso esteticamente compatibile con la zona
Sul condono edilizio delle opere realizzate in difetto del prescritto titolo abilitativo in zone sottoposte a vincolo, laddove disciplina di salvaguardia della zona sia intervenuta in data successiva al completamento dei lavori
Sulla richiesta di prova testimoniale, relativa ad una domanda di condono, finalizzata a dimostrare che le opere abusive sarebbero state realizzate nei primi giorni del marzo 2003 e non dopo
Sull’ammissibilità o meno a sanatoria, ai sensi del D.L. n. 269 dee 2003, art. 32, per le nuove costruzioni realizzate, in assenza del titolo abilitativo edilizio, in area assoggettata a vincolo imposto a tutela degli interessi paesistici
Non è ammissibile il condono edilizio di una costruzione quando la richiesta di sanatoria sia presentata frazionando l'unità immobiliare in plurimi interventi edilizi
Sulla richiesta di condono edilizio relativa ad un manufatto realizzato a titolo precario in base ad apposita convenzione in tal senso conclusa tra il Comune sulla base di un’apposita norma di piano regolatore
[A] Sulle differenze tra il condono degli anni 1984, 1994 e 2003. [B] Il comma 26 dell’art. 32 del d.l. n. 269 del 2003 non comprende tra le tipologie di opere condonabili, le fattispecie di opere realizzate con concessione edilizia annullata. [C] La tutela giurisdizionale in materia di concessioni edilizie non può ritenersi limitata ai soli proprietari - frontisti o confinanti - ma deve essere estesa anche ai non proprietari e a tutti i titolari di “interessi di zona”
[A] Il Collegio ritiene di doversi discostare dall’orientamento consolidato della Cassazione Penale che esclude sempre la condonabilità, ex d.l. 269/03, dei c.d. abusi “maggiori” realizzati in zona sottoposta a vincolo. [B] Sulle condizioni che devono sussistere affinché anche gli abusi riconducibili alle tipologie di cui ai nn. 1, 2 e 3 – e non solo quelli di cui alle tipologie 4, 5 e 6 – della tabella 1 allegata al d.l. 269/03 siano suscettibili di sanatoria se posti in essere in zona vincolata anteriormente alla realizzazione delle opere
L'eventuale sanatoria per condono della costruzione precedente non esclude la necessità di verificare la compatibilità di qualsiasi volume successivamente progettato con l'indice di edificabilità
Sulla legittimità o meno di una norma dello strumento urbanistico che differenzia il regime giuridico degli immobili condonati da quello dei restanti immobili
In tema di condono edilizio, i procedimenti penali per violazioni edilizie relative alle nuove costruzioni non residenziali non possono essere sottoposti a sospensione
Sul sindacato del giudice penale riguardo alla concessione in sanatoria rilasciata dall’Amministrazione e sulla possibilità o meno di disporne la disapplicazione
La novità sostanziale introdotta dal “terzo condono edilizio“ dà vita ad un meccanismo di sanatoria che si avvicina fortemente all’istituto dell’accertamento di conformità
Sull’onere di provare la data di ultimazione dei lavori per ottenere il “condono edilizio” e sulla possibilità o meno di produrre una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in merito alla data di ultimazione delle opere
La sussistenza di vincoli di inedificabilità assoluta imposti prima della esecuzione delle opere, non implica che le stesse debbano necessariamente conseguire il condono
L'art. 32, comma 36, del decreto-legge n. 269 del 2003, in materia di “condono edilizio” è illegittimo nella parte in cui non prevede che il reato si estingua anche allorché, anteriormente al decorso di 36 mesi dal pagamento dell'oblazione, sia intervenuta l'attestazione di congruità da parte dell'Amministrazione
I vincoli di inedificabilità sopravvenuti alla realizzazione dell’intervento edilizio non operano quali i fattori di preclusione assoluta al condono ma si atteggiano a vincoli relativi ex art 32 della legge n. 47/1985
Sulla sussistenza o meno di un legittimo interesse del proprietario confinante alla celere definizione della domanda di condono presentata dal responsabile dell’abuso edilizio
L’esercizio della potestà provinciale di regolare le fattispecie sanabili in modo diverso da quello statale è stato riconosciuto conforme allo Statuto di autonomia che ha dotato la provincia autonoma di Bolzano di competenza legislativa primaria nelle materie attinenti all’urbanistica e ai piani regolatori nonché alla tutela del paesaggio
Sui principi affermati dalla Corte Costituzione in merito alla ciclica e ricorrente possibilità di avvalersi dell’istituto straordinario del condono edilizio
Le false dichiarazioni rese da un privato nella domanda di condono - e, quindi, anche in quella allegata ad una dichiarazione di inizio attività di ristrutturazione - integrano il reato di cui all'art. 483 c.p.
Il rilascio del provvedimento di sanatoria non esime il giudice penale dal doveroso sindacato di legittimità del fatto incidente sulla fattispecie tipica penale
La disciplina del tutto analitica della sanatoria straordinaria dell'art. 1, comma 88, della legge 23 dicembre 2005 n. 266, relativamente agli immobili appartenenti alle Ferrovie dello Stato S.p.A, contrasta con la natura della potestà legislativa delle Regioni in tema di “governo del territorio”
Sulle condizioni necessarie affinché gli abusi commessi in area soggetta a vincolo paesaggistico possano essere condonati, prescindendo dall’acquisizione del parere dell’autorità preposta alla tutela del vincolo, qualora realizzati in spazi interni gli edifici, ad esempio nelle corti interne
Sul diniego di condono edilizio e sulla necessità o meno che lo stesso sia supportato da specifici riferimenti alle contrastanti norme dello strumento urbanistico
Sulla distinzione tra le ipotesi di condono edilizio regolato dall’articolo 35 della legge n. 47 del 1985 e quello previsto dall’art. 39 l. 23.12.1994, n. 724 riguardo al formarsi del silenzio assenso
Sul provvedimento di diniego della concessione in sanatoria che non espliciti le ragioni per le quali le caratteristiche costruttive ed i materiali utilizzati compromettono la bellezza naturale
Sul condono di opere abusive realizzate su suolo pubblico e sulla possibilità di una sanatoria “parziale” per la parte ricadente nel suolo di proprietà
[A] Sulle tipologie di abuso c.d. “minori” che possono essere condonate ai sensi della legge n. 326 del 2003 in area assoggettata a vincolo ambientale. [B] Sulla legittimità della subordinazione della sospensione condizionale della pena all’esecuzione della demolizione da parte del condannato
L’Amministrazione è tenuta a pronunciarsi in modo esplicito sulle istanze di condono, non potendosi ammettere che posizioni soggettive di rilevante interesse possano restare a tempo indeterminato prive di una puntuale definizione
Sull’applicabilità del “condono edilizio”, introdotto dal d.l. 30 settembre 2003 n. 269, agli abusi commessi su immobili ricadenti in aree soggette a vincolo
Sull’art. 39, comma 1, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, secondo il quale il beneficio del condono poteva essere richiesto per le costruzioni che avevano avuto un ampliamento superiore a 750 mc.
Sul quinto comma dell’art. 43 legge n. 47 del 1985 secondo cui "Possono ottenere la sanatoria le opere non ultimate per effetto di provvedimenti amministrativi o giurisdizionali”
Sulla possibilità o meno di considerare completate funzionalmente le opere oggetto di istanza di condono, nel caso in cui gli impianti idraulico ed elettrico non siano completi dei relativi accessori – sanitari, punti luce, prese di corrente, etc.
[A] Sulla sospensione del processo penale ai sensi della legge n. 47 del 1985 e sul controllo positivo del giudice in ordine alla sussistenza dei requisiti richiesti. [B] Sulla sospensione o meno del processo penale a fronte di un’istanza per "condono ambientale"
Dott. Barchielli - [A] Sulla differenza tra mutamento di destinazione d’uso “funzionale” e “con opere”. [B] Sulla condonabilità del mutamento di destinazione d’uso c.d. “funzionale”. [C] Sulla sanatoria del mutamento di destinazione d’uso “con opere”. [D] Sul certificato di abitabilità in deroga ai requisiti igienico-sanitari. [E] Condono regionale e mutamento di destinazione d’uso. [F] Sanatoria del mutamento di destinazione d’uso con opere in area vincolata
Sull'impugnabilità o meno l’atto con il quale il Comune indicare la documentazione integrativa da depositare e l’entità dell'oblazione per da seguito alla pratica di condono
L’articolo 39, comma 1, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, che esclude dalla sanabilità volumetrie superiori a 750 metri cubi, non è riferito alla sola edilizia abitativa
Sul rilascio della concessione in sanatoria per opere ricadenti in zone soggette a vincolo paesaggistico e sulla rilevanza o meno dell’epoca di introduzione del vincolo stesso
L’art. 32, comma 27, lett. d, del decreto-legge n. 269 del 2003 consente la sanatoria di abusi realizzati su immobili soggetti a vincolo paesaggistico per i quali sia intervenuto il parere favorevole della competente Autorità di tutela, a prescindere dalla conformità o meno con la normativa urbanistica
[A] Sull’autorità preposta alla tutela del vincolo per la sanatoria di opere abusive realizzate ad una distanza inferiore a 30 metri dalla linea ferroviaria. [B] Sulla natura giuridica delle Ferrovie dello Stato S.p.A., Poste Italiane S.p.A. ed Enel S.p.A. [C] Sull’assoggettabilità o meno degli organismi di diritto pubblico alla legge n. 241/1990
Sul proprietario confinante e sulla sussistenza di un interesse o meno alla definizione della domanda di condono presentata dal responsabile dell’abuso edilizio
Sulla legittimità o meno del procedimento di condono nel quale l’Amministrazione subordina l’accoglimento della domanda all’osservanza di determinate prescrizioni conformative
Sulla condonabilità o meno di manufatti realizzati a distanza inferiore ai 10 ml rispetto al corso d’acqua sul quale sono state effettuate opere di tombatura
Sul termine di ventiquattro mesi per il perfezionamento del silenzio assenso nel procedimento di condono e sulla valenza del silenzio serbato dall’autorità preposta alla tutela del vincolo
Sulla sospensione dei provvedimenti sanzionatori in seguito alla presentazione dell’istanza di sanatoria e sulla loro efficacia o meno una volta accolta o respinta tale istanza
Sul procedimento di condono e sulla sussistenza o meno di un obbligo a carico al Comune di conoscere la situazione del proprio territorio ad una certa data
[A] Sull’istanza di concessione edilizia in sanatoria e sulla sussistenza o meno di un obbligo del richiedente di allegare il parere dell’autorità preposta alla tutela del vincolo. [B] Sulla decorrenza del termine per il formarsi del silenzio assenso nel caso in cui per il rilascio della concessione in sanatoria occorra il parere paesaggistico
Sul decorso di due anni dalla presentazione della domanda di condono, sulla sussistenza di un vincolo di inedificabilità assoluta e sul formarsi o meno del silenzio-assenso
Sul procedimento di condono e sul dubbio circa l’alternativa fra una ristrutturazione edilizia in funzione "di recupero o di risanamento conservativo" e l’effettuazione di opere del tutto nuove
Sul termine di trentasei mesi per la prescrizione dell’eventuale diritto al conguaglio o al rimborso dell’oblazione previsto dall’art. 35, l. 28 febbraio 1985 n. 47
Sulla qualità e la natura dei materiali utilizzati, sul disordine costruttivo e sulla carenza di qualsiasi progettazione organica al paesaggio, in sede di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica in sanatoria nel condono edilizio
Sul diniego di nulla osta paesaggistico relativo ad un’istanza di condono di “una terrazza stenditoio realizzata sul tetto” e sul difetto di motivazione
Sul potere che l’Amministrazione preposta alla tutela del vincolo è chiamata ad esercitare nel procedimento di condono e sull’inammissibilità di valutazioni di carattere urbanistico
Sulla motivazione che deve accompagnare il provvedimento di diniego del condono edilizio laddove la tipologia e le caratteristiche costruttive delle opere vengano ritenute in contrasto col vincolo paesaggio
Sull’ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive e sulla necessità di sospenderla o meno a fronte di una domanda di sanatoria per opere che rientrano in tipologia non sanabile
Sulla sussistenza o meno di un obbligo per l’Amministrazione di dettare, nel procedimento di condono, prescrizioni tali da rendere compatibile quanto abusivamente realizzato
Condono edilizio. Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, e dell'art. 2, commi 2, 5, lettera c), e 6, della legge della Regione Toscana 20 ottobre 2004, n. 53, recante “Norme in materia di sanatoria edilizia straordinaria”
Riguardo al condono edilizio, non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, e dell'art. 2, commi 2, 5, lettera c), e 6, della legge della Regione Toscana 20 ottobre 2004, n. 53, recante “Norme in materia di sanatoria edilizia straordinaria”
Condono edilizio. Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'art. 2, comma 1, e dell'art. 2, commi 2, 5, lettera c), e 6, della legge della Regione Toscana 20 ottobre 2004, n. 53, recante “Norme in materia di sanatoria edilizia straordinaria”
Sulla autodichiarazione del privato riguardo all’epoca delle opere e sulla sua valenza probatoria ai fini della delibazione della condonabilità delle stesse
Slittano i tempi del condono edilizio. Nuovo termine per presentare la documentazione integrativa necessaria ai fini della definizione delle pratiche di condono edilizio
Il condono non è precluso dalla violazione delle norme sulle distanze, essendo l’atto volto a regolare i rapporti tra privato costruttore e pubblica amministrazione e restando naturalmente illesi i diritti dei terzi, che potranno essere fatti valere in sede di giurisdizione civile
Non costituiscono preclusione al conseguimento del condono la trascrizione del provvedimento sanzionatorio, né l’avvenuta immissione in possesso del bene
L’inapplicabilità, a seguito del condono edilizio, delle sanzioni amministrative non si estende alle sanzioni in materia paesaggistica, anche se l'abuso edilizio sia stato ritenuto condonabile dall'autorità preposta alla tutela del vincolo
L. Ramacci "Prime note sul nuovo condono edilizio e "recupero" degli indirizzi giurisprudenziali". In appendice massime giurisprudenziali ordinate per materia e sentenze della Cassazione citate nel testo per esteso
Condono. Tra le ipotesi di opere abusive non suscettibili di sanatoria, ai sensi dell'art. 32 del D.L. n. 269/2003, rientra la nuova costruzione realizzata, in assenza del titolo abilitativo edilizio, in area assoggettata a vincolo imposto a tutela degli interessi paesistici
Sull’illegittimità del provvedimento con il quale l’Amministrazione Comunale ritiene impossibile la rinuncia totale o parziale alla domanda di condono e contestualmente richiede gli importi a titolo di oblazione e di oneri concessori
Martini: "Il governo non rispetta l'autonomia delle Regioni. Siamo pronti a affrontare questa battaglia, certi di aver agito nel rispetto della Costituzione"
Il Governo impugnerà davanti alla Corte costituzionale le leggi regionali sul condono edilizio di Toscana ed Emilia Romagna. Giovanardi: “non ci sarà alcuna proroga”
Sulla necessità di acquisire il parere della competente autorità preposta alla tutela del vincolo nella valutazione della domanda di condono, a prescindere dall’epoca della sua introduzione
La legge 18.12.2001 n. 383 che ha introdotto incentivi fiscali e previdenziali in favore degli imprenditori che dichiarino rapporti di lavoro irregolare, non può assolutamente riguardare gli abusi edilizi
Il vincolo introdotto con la legge n. 662 del 1996, che si applica alle costruzioni abusive realizzate sopra e sotto il soprassuolo boschivo distrutto o danneggiato per cause naturali o atti volontari, impedisce che tali opere possano formare oggetto di condono
Condono ex. art. 39 l. 724/94. [A] Per immobile completato a rustico deve intendersi quello comprensivo delle tamponature esterne. [B] Per la concessione edilizia in sanatoria nell’ambito delle leggi di condono, il parere della commissione edilizia non è obbligatorio